Parla Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio di Verona.
Per Giuseppe Riello la guerra in Ucraina rappresenta una batosta per le imprese di Verona. Sono 893 le imprese veronesi complessivamente coinvolte nell’interscambio commerciale con la Russia. Nei primi nove mesi del 2021 l’interscambio commerciale Verona-Russia è stato di 324,5 milioni. 832 imprese hanno esportato prodotti e servizi per 171,3 milioni di euro e 61 ne hanno importati per 153,2 euro. Sono invece 403 le imprese scaligere che hanno esportato in Ucraina per 45,6 milioni di euro nei primi mesi del 2021 e 53 imprese che hanno importato prodotti per 389,1 milioni di euro, principalmente prodotti siderurgici.
“La situazione per le nostre imprese è pesante, ma prima di tutto – afferma il presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello – vorrei ricordare che il danno economico che patiremo non è nulla di fronte alle sofferenze inferte alla popolazione ucraina dall’aggressione russa. Che si sia arrivati ad una tale escalation di violenza è umanamente inconcepibile. Quanto alla situazione economica il cambio della moneta locale negli ultimi due anni è salito dai 70 ai 94 rubli per 1 euro. Se l’euro si apprezzasse ulteriormente, i nostri prodotti diverrebbero sempre meno competitivi e il rischio che i clienti scelgano di acquistare prodotti cinesi a prezzi più convenienti diverrebbe concreto. Si sta riproponendo la medesima situazione che subimmo nel 2013-2014 quando la moneta salì dai 40 ai 70 rubli per euro. Allora poi si entrò in una profonda crisi”.
“Siamo in forte difficoltà – continua Riello – anche per i costi di trasporto che sono raddoppiati nell’ultimo anno. Rimane poi l’incognita delle sanzioni sulle importazioni. La Russia non ha filiere produttive sviluppate e dipende dalle produzioni straniere, quindi le nostre esportazioni subirebbero pesanti ridimensionamenti. Il Veneto ha esportato in Russia 977,5 miliardi di merci nei primi nove mesi del 2021 di cui 505,1 milioni consistono in prodotti tecnologici come i macchinari, gli apparecchi elettrici, macchine ad impiego speciale e componentistica in metallo. Se le sanzioni cadessero su questa tipologia di prodotti sarebbe a rischio metà dell’export regionale in Russia. A livello veronese, la situazione è simile, Verona esporta 68,3 milioni di euro di macchinari e prodotti in metallo, il 40% del totale delle esportazioni in Russia”.
Quanto alle ricadute sul turismo, nel 2019 le presenze russe in tutta la provincia di Verona sono state 235.000 (11° mercato). Di queste, 139.000 nel solo Comune di Verona (3° mercato dopo Germania e Regno Unito). Sul lago erano invece 69.000 (14° mercato) e le altre 27.000 nel resto della provincia (8° mercato). Si tratta di turismo alto-spendente, più o meno suddiviso a metà tra strutture alberghiere ed extralberghiere. Nel 2020 sono state 40.000 le presenze in tutta la provincia, per il 2021 non sono ancora disponibili i dati suddivisi per Paese.