Nelle campagne di Verona torna il flagello della cimice asiatica.
Torna a farsi vedere nel territorio veronese la cimice asiatica, dopo la lunga pausa dovuta alle temperature fredde che hanno caratterizzato la primavera. E i primi danni sono a carico delle ciliegie, già decimate dalle gelate di inizio aprile.
“Le prime covate dell’insetto sono nate 20-25 giorni fa e dalla scorsa settimana abbiamo notato un forte incremento di presenza e di schiusa di uova – sottolinea Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo di Confagricoltura Verona -. Il kiwi si conferma la pianta prediletta dove deporre le uova, ma l’insetto dilaga. Le ciliegie di solito non venivano attaccate più di tanto perché le cimici preferivano altre piante, come le albicocche, le pesche e le pere. Quest’anno, però, tutte queste colture sono state azzerate dal gelo e di conseguenza le cimici devono accontentarsi delle ciliegie”.
Le cimici hanno messo preso dimora anche sulle more, come riferisce Pietro Spellini, frutticoltore di Villafranca e presidente dei pensionati di Confagricoltura Verona: “Le uova si sono schiuse e gli insetti affollano i frutti, che già hanno patito per il gelo – dice -. Dopo le perdite subite l’anno scorso, soprattutto a danno delle mele, ho però approntato un sistema di difesa con alcune trappole artigianali. In pratica c’è un pannello giallo, dove viene attaccata una strisciolina di plastica imbevuta con ferormone e sotto un cassone bianco colmo di acqua e sapone.
La cimice si posa sul pannello, attratta dal profumo del ferormone e poi, per riprendere il volo, plana a terra, ma finisce nel cassone trovandosi invischiata nell’acqua e sapone. In questo modo, ad oggi, ho catturato 730 cimici. È un ottimo sistema di contenimento, se utilizzato dalla primavera, perché riducendo il numero degli esemplari adulti la riproduzione è parzialmente compromessa. Naturalmente siamo favorevoli alla ricerca di insetti antagonisti, ma intanto dobbiamo cercare risposte immediate a un problema gravissimo che mette a repentaglio i nostri raccolti”.
L’anno scorso la presenza della cimice in estate sembrava marginale e invece, a sorpresa, in autunno aveva sferrato un duro attacco alle Granny Smith, le mele verdi che rappresentano il 60 per cento della produzione veronese. Un’amara sorpresa d’autunno per i frutticoltori veronesi, dato che i danni avevano raggiunto punte del 50 per cento del raccolto. Danni, successivamente, si erano disvelati anche durante la raccolta dei kiwi. La speranza degli agricoltori è rivolta alla sperimentazione dei servizi fitosanitari della Regione Veneto, che, insieme ai ricercatori del dipartimento Dafnae dell’Università di Padova, hanno rilasciato nell’estate 2020 in diversi siti agricoli della regione i primi esemplari della vespa samurai, ad oggi ritenuta il miglior antagonista della cimice asiatica. Ci vorrà tuttavia qualche anno per vedere i risultati.