Veneto, la locomotiva dell’export del vino italiano, sfida i dazi e guarda al futuro

Nonostante i dazi, il Veneto scommette sul vino italiano leader nell’export: crescita record nel 2024.

Il Veneto è leader nell’export del vino italiano: nel 2024 ha consolidato il suo primato come la regione italiana che esporta più vino, con una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. La regione, famosa per i suoi vigneti e per la qualità dei suoi vini, continua a dominare il mercato internazionale, in particolare negli Stati Uniti.

I vini più richiesti.

Tra i prodotti veneti più richiesti, il Pinot Grigio si conferma uno dei più apprezzati, con un incremento delle esportazioni del 5% rispetto al 2023. Anche il Prosecco, simbolo dell’eccellenza veneta, ha visto una crescita straordinaria, con un aumento del 68%, consolidandosi come uno dei preferiti dei consumatori americani.

Leadership Veneta.

Oltre alla qualità dei suoi prodotti, il Veneto beneficia di un mix di tradizione vinicola e innovazione che lo rende un punto di riferimento a livello globale. La continua attenzione alla qualità, insieme a nuove tecniche di produzione, ha contribuito al rafforzamento della sua posizione nel mercato internazionale.

Nel contesto di un 2024 positivo, il Veneto ha quindi confermato la sua leadership, ma anche altre regioni italiane, come la Toscana e l’Abruzzo, stanno mostrando risultati molto buoni. Ma la competitività del Veneto rimane forte, grazie alla sua capacità di evolversi e di adattarsi alle nuove tendenze di consumo.

Dazi e opportunità: la visione di Edoardo Freddi.

Nonostante l’annuncio recente di un aumento dei dazi sul vino europeo da parte degli Stati Uniti, Edoardo Freddi, fondatore di Efi, non vede motivi di panico. Secondo lui, “sebbene i dazi possano rappresentare una sfida, la situazione non è insormontabile. L’economia americana, infatti, rimane solida e la domanda di vino italiano continua ad essere forte”.

Freddi sottolinea l’importanza di “non reagire impulsivamente con misure contrarie che potrebbero danneggiare ulteriormente il settore. L’approccio migliore – secondo lui -, è quello del dialogo e della negoziazione per trovare un equilibrio che tuteli le parti coinvolte”.

Prospettive per il 2025.

Guardando al futuro, Freddi prevede che nel 2025 emergeranno nuove tendenze, come l’esplorazione di regioni vinicole meno conosciute, ma ricche di potenziale. Il Molise, la Calabria e la Basilicata, con i loro vini tipici come il Tintilia, il Gaglioppo e l’Aglianico del Vulture, stanno guadagnando sempre più attenzione sia a livello nazionale che internazionale.

Anche i vini a bassa gradazione alcolica, che rispondono alla crescente domanda di consumatori più attenti alla salute, stanno acquisendo importanza. Inoltre, il crescente interesse per i vini naturali e sostenibili, prodotti con pratiche rispettose dell’ambiente, continua a spingere l’innovazione nel settore.