Confartigianato, è “vero allarme per le piccole imprese. Caro-energia sia prima emergenza per prossimo governo”.
“Il caro-energia è l’emergenza che dovrà essere affrontata per prima dal nuovo governo in continuità con le azioni calmieratrici già messe in campo dal governo Draghi”. Ad affermarlo è Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato imprese Veneto, dopo l’acuirsi nel mese di agosto delle tensioni sui mercati energetici che hanno generato un impatto straordinario sui prezzi di gas ed elettricità, amplificando incertezze e rischi per le imprese e per l’economia italiana.
“Abbiamo apprezzato lo sforzo che il legislatore ha messo in campo in questo lungo periodo di difficoltà, ma dobbiamo nel contempo lamentare l’assoluta insufficienza e inadeguatezza degli aiuti per l’abbattimento dei costi. L’azzeramento degli oneri generali di sistema, ai valori odierni della bolletta dell’energia elettrica, praticamente incide per meno del 10% sul totale dei costi. E’ veramente poca cosa. Certo, abbiamo un ulteriore aiuto con il contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta per i maggiori costi del gas e dell’elettricità sostenuti nel 2022 rispetto a quelli del 2019, ma dobbiamo dire che siamo veramente lontani dal considerarlo un aiuto importante”.
Ristori e aiuti insufficienti: “Fermare la speculazione”.
L’analisi dei dati pubblicati dall’Istat nei giorni scorsi evidenza che a giugno 2022 i prezzi all’importazione di petrolio e gas risultano più che raddoppiati, portando il valore delle importazioni di energia a toccare quota 100 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi, mentre la bolletta energetica sale a 77,8 miliardi di euro su base annua, raggiungendo il massimo storico del 4,1% del PIL e superando il precedente picco del 4% registrato nell’autunno del 2012. La bolletta è peggiorata di 1,3 punti di PIL dopo l’invasione dell’Ucraina e di 2,7 punti nell’arco di dodici mesi.
“Le cause dei rincari vanno affrontate in una prospettiva strutturale”, aggiunge il presidente di Confartigianato imprese Verona, Roberto Iraci Sareri. “Gli aiuti, i ristori, non sono sufficienti e gravano sul bilancio statale. Bisogna fermare ad ogni costo qualsiasi speculazione messa in atto da coloro che si sono semplicemente dimostrati senza scrupoli, con il risultato di mettere in ginocchio interi sistemi produttivi e di conseguenza intere economie nazionali. Inoltre, occorre attuare incisive politiche di diversificazione del mix energetico, puntando sulla riduzione della dipendenza dal gas russo, investendo sulle energie rinnovabili e sull’efficienza”.
“Non è pensabile affrontare l’autunno e l’inverno con il rischio che il caro bolletta ci porti verso una nuova recessione, dopo le fatiche che il sistema produttivo sta facendo per tentare di ‘rimanere aperto’”.
Necessaria l’introduzione di un tetto per i prezzi del gas a livello europeo.
“Ci saremmo aspettati almeno un credito d’imposta reale del 50%, ma calcolato su tutto il 2022, e non da applicare per i conteggi al solo periodo primaverile, quando i consumi del gas sono in buona parte delle imprese molto bassi”.
“Abbiamo bisogno di uno Stato al nostro fianco“, concludono Boschetto e Iraci Sareri, “che metta in campo benefici importanti e pesanti. Dato che, come ha evidenziato il presidente del Consiglio Mario Draghi nell’intervento al Parlamento europeo, nessun bilancio nazionale è in grado di sostenere questi sforzi da solo, è indispensabile che a livello europeo si giunga rapidamente all’introduzione di un tetto al prezzo del gas e che si mettano in campo interventi finalizzati a contenere l’impatto dei rincari sulle micro e piccole imprese, impedendo una escalation dei casi di lockdown energetico che porterebbe ad una severa recessione. Oggi è il momento di dimostrare realmente che quello che va bene per le piccole imprese e gli artigiani va bene per l’Italia”.