L’economia veronese chiude il 2024 con un altro segno negativo

Segno meno nel 2024 per l’economia veronese, con la produzione industriale in calo del 3,25%. Le prospettive per il 2025.

L’economia veronese chiude il 2024 con un altro segno meno: -3,25% per la produzione industriale. Negativi, ma in miglioramento rispetto alla precedente rilevazione, anche vendite e ordini. Previsioni che si fanno meno cupe per il 1° trimestre del 2025.

Nella media del 2024 l’attività industriale è scesa nel complesso del -3,3% (-3,5% media Italia). Le previsioni per il 1° trimestre del 2025 delineano un miglioramento (-0,37%). Stabile la capacità produttiva, normale o soddisfacente per il 64% delle aziende che hanno partecipato all’indagine.

Le vendite nel 4° trimestre dell’anno restano sotto lo zero. In particolare, quelle verso il mercato italiano segnano un calo del 4,4%, meglio l’export verso l’Europa che si ferma al -1,18% e l’export extra-Ue -1,17%. Le aziende con un portafoglio ordini che assicura lavoro oltre i tre mesi diminuiscono al 61% (74% nel 3° trim 2024).

Stabile la situazione per i pagamenti, normali per l’84% delle aziende. Stazionari i prezzi delle materie prime (+0,25%) e dei prodotti finiti (+0,33%). Segnali incoraggianti dal dato sugli investimenti, nonostante il clima di incertezza, 8 imprenditori su 10 prevedono di aumentarli o mantenerli stazionari nei prossimi 12 mesi. Solo per il 4% saranno in diminuzione.

Fatturato in aumento o stabile per il 79% delle imprese di servizi (74% nella precedente rilevazione).  Capacità produttiva normale o soddisfacente per l’89% di esse.

Focus Prospettive 2025.

Interrogate sulle prospettive per l’economia italiana nel 2025 rispetto al 2024, il 78% delle aziende si aspetta una situazione di stazionarietà o di crescita. Solo il 22% dichiara una contrazione. La risultante delle variazioni positive e negative dichiarate è una crescita media attesa pari a 1,68%.

Migliorano le aspettative nei confronti del proprio business, l’89% degli imprenditori prevede che la propria azienda accrescerà o manterrà stabile il proprio business. Tra i principali ostacoli: la situazione di instabilità internazionale (21% delle risposte); nuovi rischi di rialzo dei prezzi delle materie prime e delle commodity (19%) e la difficoltà di reperimento di figure professionali adeguate (18%).

Tra le strategie messe in atto per affrontare i rischi previsti, le aziende segnalano acquisizione nuovi clienti (15%), ottimizzazione dei processi interni (13%) e sviluppo nuovi prodotti/servizi (13%).

Il Commento di Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona.

“La situazione descritta dai dati non ha una facile lettura, a fronte di un risultato della produzione industriale ancora negativo rimangono aziende con performance altamente positive e investimenti costanti.

Certo è che la situazione internazionale, gli equilibri precari e la minaccia di politiche protezionistiche non aiutano la fiducia delle imprese. E proprio instabilità internazionale, nuovi rischi di rialzo dei prezzi delle materie prime e delle commodity e la difficoltà di reperimento di figure professionali adeguate sono gli ostacoli maggiori allo sviluppo.

Ostacoli che si conta di superare con acquisizione di nuovi clienti, ottimizzazione dei processi interni, sviluppo nuovi prodotti/servizi, ottimizzazione dei costi e della strategia dei prezzi, innovazione di prodotto/processo e investimenti nelle risorse umane.

Strategie che, sempre secondo le aspettative medie delle imprese, facendo cioè la somma tra previsioni positive e negative, dovrebbero portare a una crescita del proprio business di circa il 5%.

Di fronte agli sforzi delle imprese, credo sia essenziale poter contare su una politica che sappia cogliere le esigenze di uno sviluppo del Paese e concretizzarle in provvedimenti che possano essere di spinta. Confindustria sta lavorando su diversi fronti anche con l’Europa per riuscire a mettere al centro una politica industriale che ridia slancio alla crescita”.

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