Produzione di kiwi in aumento dell’87%, ma i costi sono troppo alti e si ripercuotono su campagne e spesa dei cittadini.
Si avvicina la raccolta dei kiwi nella provincia veronese. L’annata si prospetta in modo positivo sia per qualità che quantità con una crescita del +87% rispetto al 2021, stagione pesantemente condizionata dalle gelate primaverili. Si stima una produzione di circa 17mila quintali su 1175 ettari: la provincia scaligera produce l’85% del kiwi regionale coltivato su 1842 ettari.
“Da quando si è manifestata la moria nel 2012, le superfici a kiwi in Veneto si sono ridotte di oltre 2000 ettari, di cui 1700 solo nella provincia scaligera”, evidenzia il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini, “oggi ci sono ancora zone produttive soprattutto verso l’est veronese ma l’actinidia non è più una coltura considerevole sul nostro territorio come anni fa anche se c’è una ripresa degli impianti grazie ai nuovi portainnesti. Se quest’anno la produzione è buona non altrettanto si può dire per i costi di produzione, in particolare i costi del gas ed energia che si ripercuotono sulle campagne, e di conseguenza sul carrello della spesa dei cittadini, con il rischio anche di tagli alla produzione e un ulteriore aumento della dipendenza dall’estero”.
“Quest’anno l’Italia non ha una situazione eccedentaria nella produzione”.
Peraltro, l’Italia si conferma il principale paese produttore europeo nel 2022 con una stima complessivamente di circa 23.700 ettari coltivati a kiwi con una produzione stimata in circa 365mila tonnellate (+20% rispetto al 2021). Il vero concorrente per il Paese è la Grecia, che non solo ha minori di costi di produzioni e superfici coltivate in costante aumento, ma è anche il primo esportatore di kiwi verso l’Italia.
“Quest’anno, nonostante l’aumento rispetto al precedente biennio, l’Italia non ha una situazione eccedentaria, in base al livello produttivo. La Grecia, invece, registra una produzione più elevata degli anni precedenti con una crescita anche di superfici coltivate ed export in costante sviluppo”, ha precisato Elisa Macchi del CSO, Servizi ortofrutticoli, di Ferrara al convegno organizzato da Coldiretti Verona a Valeggio.
“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma Vantini, “bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende agricole e la spesa degli italiani.