Valeggio, Villa Zamboni bersaglio dei vandali: la denuncia dei volontari.
Il covid impedisce ai volontari dell’associazione ‘La Quarta Luna’ di Valeggio sul Mincio, di presidiare Villa Zamboni, e i vandali si scatenano. Immersa nella vegetazione di una collina sovrastata dall’antico castello costruito dagli scaligeri, c’è Villa Zamboni, lasciata in eredità ai valeggiani da Giuseppe Zamboni. Si tratta di una dimora aristocratica del ‘700, che attualmente si trova in uno stato di devastante e malinconico abbandono, e che i membri dell’associazione di volontari Valeggio ‘La Quarta Luna’ desiderano recuperare, affinché possa diventare un impulso culturale ed economico del territorio.
“Siamo riusciti a salvare da sicura distruzione una delle poche testimonianze decorative rimaste in villa: il soffitto della loggia – spiega la presidente architetto Paola Ferrarin -, restaurato grazie ad una raccolta fondi alla quale hanno partecipato numerosi valeggiani”. Finalmente il 18 settembre 2020 viene firmato un patto tra l’associazione e l’amministrazione comunale di Valeggio, con lo scopo di far rivivere la villa, con il sostegno di ‘Italia Nostra Verona’ e ‘Mag’. Ma il covid rovina tutto.
“Dopo la firma – rivela la presidente -, a causa della pandemia che ha rallentato l’attività degli uffici, non siamo più riusciti ad entrare nella villa, sia per organizzare le attività, che per cercare fondi – specifica amareggiata -. La mancanza di presidio, per mesi, ha consentito a dei ladri di penetrare in villa, e fare man bassa. Fino all’ultimo ho sperato in un disguido, in uno spostamento involontario, ma dopo il sopralluogo con i vigili, non ci sono stati più dubbi”.
Lucchetti tranciati e cancelletto abbattuto: “Una violenza cieca e stupida – incalza la Ferrarin -. Hanno rubato i quadri elettrici, una prolunga di 200 metri, e i caschetti protettivi che servivano a garantire l’accesso alla loggia restaurata con i fondi della cittadinanza – conclude -. Il valore economico è di circa 2.500 euro, tantissimi per la nostra piccola associazione, ma il danno della distruzione di un sogno collettivo, della speranza di partire al più presto, della gioia di una rinascita, è incalcolabile e impagabile”.