Verona piange Guido Biondani: sua l’idea del Banco Alimentare.
Guido Biondani, fondatore del Banco Alimentare del Veneto, se n’è andato sabato 26 febbraio, all’età di 84 anni. Guido era nato nel 1937 a Verona in una famiglia di imprenditori, che all’epoca era stata la prima ad avviare il commercio di frutta e verdura fresca in Germania, destinazione Monaco di Baviera.
Essendo il fratello più giovane, era stato mandato in collegio a Monaco dai genitori perché imparasse il tedesco, ma in seguito a un grave incidente stradale, che aveva coinvolto il fratello e il cugino, la famiglia sospese l’attività commerciale verso l’estero, concentrando l’attività su un nuovo settore, l’estrazione e lavorazione dei materiali inerti con le cave di ghiaia e sabbia. Guido Biondani cominciò così dal 1954 con i fratelli Tullio e Massimiliano ad occuparsi delle cave, ma ben presto orientò l’azienda – la Biondani TMG, dalle iniziali dei tre fratelli – alla produzione di conglomerati bituminosi, aggregati per calcestruzzi, aggregati per conglomerati bituminosi e riciclo di materiali edili.
Nella vita quotidiana, oltre ad avere una grande passione per gli animali, in primo luogo gli amatissimi cavalli, aveva sempre mostrato grande sensibilità verso le persone in difficoltà. Come lui stesso dichiarava in una recente intervista, raccontava di aver visto buttare via dei sughi dopo una cena e di essere stato quasi scioccato da questo spreco. È questa sua sensibilità che nel 1993 lo porta a fondare, assieme ad amici come Emanuela e Gigi Lucchini, Francesco Benigni, Marco Lucchini e altri amici imprenditori, il Banco Alimentare del Triveneto – oggi del Veneto. Nel gruppo dei fondatori c’era anche la figlia Adele, attuale presidente del Banco.
Guido raccontava spesso di essere cresciuto con l’attenzione ad aiutare gli altri. Ricordava ad esempio che il fratello più grande, inviato in Argentina ad avviare un’attività imprenditoriale, si era trovato in grandi difficoltà, al punto che scriveva ai famigliari di trovarsi spesso a non aver nulla da mangiare. Poi una famiglia italiana del luogo iniziò a prendersi cura di lui. “Se aiuti gli altri – commentava Guido – troverai sempre qualcuno che aiuta te”.
La sensibilità sociale di Guido non si fermava al Banco Alimentare. Insieme con la moglie Rita diedero vita ad un’associazione, che collaborava con l’ong Avsi. L’associazione si chiamava RG (Rita e Guido), e si occupava di ritirare i tappi di plastica e di macinarli, destinando il ricavato a varie realtà legate ad Avsi, soprattutto a una scuola in Kenya.
Nel Banco Alimentare del Veneto fu sempre presente fin dalla fondazione, anche senza occupare ruoli apicali. Un presidente onorario sempre pronto ad accompagnare la crescita del Banco, dei suoi volontari e dei dipendenti e collaboratori e ad aiutare con il consiglio e con l’azione.
“Crescere e lavorare al suo fianco è stato un grande privilegio – racconta la figlia Adele, presidente del Banco Alimentare del Veneto -. La sua capacità di cogliere anche le sfumature più lievi nelle persone che incontrava è stata per me e per tutti noi del Banco Alimentare un grande insegnamento. La curiosità intelligente che lo spingevano ad indicarci strade nuove da percorrere erano continue linee guida che ci indicava per migliorare il nostro lavoro e la nostra opera. Chi lo ha conosciuto ha potuto vedere un esempio di fede operosa e di certezza nella bontà di Dio. La sua immensa gratitudine verso tutti i volontari e il suo esempio di umiltà, bontà e umanità sono un tesoro prezioso che custodirò con tenacia. A tutti noi volontari del Banco Alimentare spetta il compito di portare avanti nel suo ricordo e con determinazione quanto ha costruito con l’umiltà dei grandi che sono vicini a Dio”.