A giugno il ragazzo aveva comprato la pistola usata per uccidere il fratello e poi se stesso a Verona
L’ipotesi della premeditazione aleggia sempre più sul caso di omicidio-suicidio dei fratelli Baltieri di Verona, avvenuto domenica 23 luglio nella loro casa di Via Brigata Piemonte nel quartiere di San Massimo. Questo è quello che riporta l’edizione di oggi del quotidiano “L’Arena”.
Edoardo Baltieri era felice, forte, solare e anche un po’ spaccone. Patrizio Baltieri era invece l’opposto, aveva poche certezze nella vita, non si era iscritto all’università, non aveva un lavoro.
Il mese scorso Patrizio Baltieri aveva acquistato, presso un’armeria vicino casa, una 9×21, pistola automatica che può sparare fino a 15 colpi. L’aveva acquistata regolarmente, Patrizio era infatti appassionato di tiro a volo per cui aveva il porto d’armi, che sarebbe scaduto a breve.
Il pubblico ministero, Carlo Boranga, ha disposto l’autopsia sui corpi dei due fratelli, dopo la quale verrà dato il nullaosta per la sepoltura dei corpi.
Sarà impossibile determinare se tutte le ipotesi costruite dagli investigatori abbiano un fondo di verità, certo è che le armi le possedeva legalmente, superando quindi tutti gli esami imposti dalla legge.