Veneto con le altre Regioni al lavoro per anticipare alcune riaperture.
L’Italia deve rimanere almeno in zona arancione fino alla fine di aprile, come stabilito dal decreto attualmente in vigore. E anche Verona e il Veneto, che in teoria, almeno per il momento, avrebbero numeri da zona gialla, non possono fare altrimenti. Ma ormai da più parti crescono le pressioni per le riaperture. Le Regioni sono al lavoro: il Veneto coordina i tavoli per la revisione dei parametri di rischio epidemiologico e per la riapertura delle attività.
Tutta l’attesa a questo punto è per il prossimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, la cui pubblicazione è prevista per il 16 aprile: sulla base di quei dati, che restituiranno un quadro aggiornato della situazione epidemiologica, verranno prese decisioni su eventuali aperture anticipate.
Le ipotesi parlano di possibili allentamenti delle restrizioni, per le regioni con numeri da zona gialla, a partire eventualmente da lunedì 19 aprile. Se i numeri lo permettessero, per esempio, potrebbe essere consentita, complice anche la primavera e le temperature più miti, l’apertura dei ristoranti in grado di erogare il servizio con tavoli all’aperto. Più difficile per i bar, a causa del rischio assembramenti. Ma anche teatri e cinema, la cui riapertura era in un primo tempo prevista per lo scorso 27 marzo, potrebbero vedersi allentare le restrizioni.
Per il momento, in ogni caso, rimangono solo ipotesi. Anche le Regioni, come detto, sono al lavoro per le riaperture: il Veneto coordina il tavolo per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative, in quanto “prima Regione turistica d’Italia per presenze e fatturato, e sede di prestigiose realtà culturali, come l’Arena di Verona, la Fenice di Venezia, il Teatro Stabile del Veneto”. La strada però è in salita. “Le aperture vanno fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri”, ha infatti ripetuto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli.