Sono quasi 300 gli indagati nella vicenda del medico di Verona che fingeva di somministrare i vaccini anti Covid.
Insegnanti, carabinieri, medici, poliziotti, infermieri: sono quasi 300 gli indagati nella vicenda delle false vaccinazioni a Verona. Al centro dell’inchiesta Michele Perini, il medico no vax con ambulatori a Porto San Pancrazio e in via Cipolla che in cambio di 300 euro fingeva di inoculare il vaccino anti Covid “attestando falsamente”, come si legge nelle carte dell’inchiesta, di aver somministrato la vaccinazione. Così da far ottenere ai suoi “clienti” regolare green pass.
Un’operazione che avrebbe fatto con circa mille pazienti, anche se sono solo poco meno di 300 quelli identificati. Con il medico sono stati accusati di falsità ideologica anche i suoi complici, quelli che erano incaricati di portargli pazienti a caccia di una scorciatoia per il green pass.
Tra i quasi 300 indagati, 135 sono accusati di corruzione: sono quelli che avrebbero versato i circa 300 euro di parcella, direttamente o attraverso terzi. Tra di loro, come detto, infermieri, medici, insegnanti, operatori sanitari, e anche rappresentanti delle forze dell’ordine, ai quali però Perini non faceva pagare la “prestazione”.
Quanto al modus operandi, delle dosi di vaccino, che poi venivano buttate, il medico avrebbe utilizzato solo il numero di serie necessario per registrare la finta somministrazione. Così, per esempio, secondo quanto ricostruito nel corso dell’indagine, da 48 flaconi di vaccini saltarono fuori 444 dosi, circa il doppio di quanto sarebbe stato possibile se quelle dosi Perini le avesse effettivamente somministrate. Numeri che non tornavano, e che hanno contribuito a incastrare il medico.