Liste d’attesa all’Ulss e negli ospedali per visite ed esami: “Situazione insostenibile”. E i cittadini di Legnago minacciano una class action.
Una class action contro l’Ulss per le liste d’attesa e “l’insostenibile lentezza” del sistema di prenotazione delle visite specialistiche a Verona e provincia: è quello che minaccia un gruppo di cittadini di Legnago, che secondo lo Spi Cgil “conferma l’assoluta urgenza di mettere mano ad un sistema gravemente inadempiente e insufficiente nei confronti del bisogno di salute delle persone. Una questione che come Spi Cgil Verona avevamo posto anche lo scorso maggio, ricevendo da parte della Direzione dell’ente repliche rassicuranti che tuttavia non corrispondono alla realtà vissuta dai tantissimi cittadini, in special modo pensionate e pensionati, dei nostri territori”.
Se si scorrono le statistiche ufficiali delle performance, il governo delle liste di attesa appare sotto controllo, anche e soprattutto per quanto riguarda le prestazioni come risonanze magnetiche, ecodoppler e mammografie. “Ma si tratta soltanto di una distorsione determinata da una strategia di dilazione dei tempi perseguita al momento della prenotazione al Cup dove, come denunciano i cittadini, non viene quasi mai fornita la prima vera data utile disponibile, ma si invita il cittadino a “richiamare” tra 15 giorni o un mese. Questa mancata prenotazione, oltre ad essere contraria alle leggi che riconoscono al cittadino il diritto di terminare la chiamata al Cup ricevendo una prenotazione con una tempistica conforme alla prescrizione medica, non viene registrata in nessuna statistica ufficiale“.
“L’unica strada è potenziare la sanità pubblica”.
Legnago e in generale la Pianura veronese, vivono una criticità aggiuntiva, in quanto nel raggio di una quarantina di chilometri non è presente alcuna clinica o struttura convenzionata alla quale poter fare riferimento. Il punto alternativo alla struttura pubblica più vicino è Negrar, ma questo è un grave problema soprattutto per gli anziani che non dispongono di automobile e non hanno parenti sempre disponibili ad accompagnarli.
“L’unica strada per noi è potenziare la sanità pubblica. Come Spi Cgil sollecitiamo all’Ulss 9 un incontro urgente nel quale chiederemo adeguatezza dei mezzi per rispondere alle esigenze di salute dei cittadini e massima trasparenza delle performance attraverso la pubblicazione integrale delle agende sanitarie delle strutture erogatrici.
Ai cittadini ricordiamo infine la possibilità di procedere alla “messa in mora” dell’istituzione sanitaria inadempiente che, se adeguatamente documentata, può portare ad ottenere il rimborso della prestazione sanitaria che alla fine si è dovuto sostenere di tasca propria presso una struttura privata, a pagamento, oppure a pretendere di essere assegnati ad una struttura privata a spese del Servizio sanitario nazionale“.