Sull’uccisione di Moussa Diarra in stazione a Verona intervengono gli assessore Zivelonghi e Buffolo: “Una tragedia per la città”.
L’amministrazione comunale di Verona interviene su quanto accaduto ieri mattina in Stazione Porta Nuova, manifestando anzitutto il proprio cordoglio e la propria vicinanza ai famigliari e agli amici del giovane malese Moussa Diarra che ha perso la vita e del poliziotto coinvolto nell’aggressione.
“Ho seguito quanto accaduto ieri fin dalle prime ore del mattino, restando in costante contatto con la Questura e la Procura impegnata nelle indagini per la ricostruzione dei fatti, possibile grazie d un efficiente apparato di telecamere presenti sul territorio cittadino- afferma l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi -. Sul fronte della sicurezza non possiamo che dire che il presidio c’era, resta il fatto drammatico che ha distrutto la vita di un giovane e probabilmente segnerà quella del poliziotto“.
“Quello che intendiamo fare – continua – e su cui cercheremo di lavorare è capire come si sia arrivato al tragico epilogo. In particolare cercheremo di capire cosa ha reso un ragazzo con un percorso di integrazione avviato, in possesso di regolare permesso di soggiorno e che stava lavorando, una persona aggressiva in quei termini e in quei modi in quella mattina tragica. Questo è un tema che dovremo affrontare con serenità, obiettività per cercare di trovare della soluzioni e soprattutto capire dove si sia inceppato il meccanismo. Questo è il nostro compito, al di là di ogni strumentalizzazione da cui vogliamo tenerci assolutamente lontani”.
- Ucciso dalla polizia in stazione a Verona: aperta un’inchiesta.
- Tra droga e aggressioni, perché la stazione di Verona è ancora terra di nessuno.
- Eccesso colposo di legittima difesa: indagato l’agente che ha sparato a Moussa.
“Evitiamo strumentalizzazioni”.
“La vicinanza con le forze dell’ordine è massima ma è opportuno – ha sottolineato in conferenza stampa l’assessora Zivelonghi-, sulla base delle informazioni che abbiamo, tenere ben distinta la figura di Moussa Diarra dalle persone che nelle scorse settimane sono state arrestate nell’ambito della maxi operazione in stazione gestita dal Questore Roberto Massucci poco prima della sua partenza da Verona e anche dagli spacciatori arrestati a Veronetta. Tre realtà estremamente diverse, banalizzarle e unirle è una semplificazione e una strumentalizzazione a cui non vogliamo assolutamente prestarci. Chi cerca di avvicinare i tre fenomeni non ha certo la volontà di capire come stanno le cose né di trovare soluzioni che affrontino in modo oggettivo, imparziale e corretto il dramma a cui abbiamo assistito ieri”.
“Attendiamo i prossimi giorni e le nuove informazioni che arriveranno per ulteriori considerazioni”, ha ribadito l’assessora Zivelonghi, che in merito alla sicurezza nella zona della Stazione di Porta Nuova ha aggiunto: “Per natura e configurazione la zona della stazione rimane un luogo con un rischio fisiologico, tuttavia si lavora su due filoni, quello del presidio costante con pattuglie delle forze dell’ordine e con l’ausilio delle telecamere, e quello della rivitalizzazione della piazza per la quale stiamo dialogando con il Gruppo Ferrovie dello Stato”.
Buffolo: “Una tragedia che ha colpito la nostra città”.
L’assessore alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità Jacopo Buffolo ha aggiunto: “Si tratta di una tragedia che ha colpito la nostra città. Spiace vedere che, di fronte ad un evento così drammatico, invece le istituzioni nazionali speculino su questa vicenda perché non è compito della politica quello di sostituirsi alla giustizia. A 26 anni nessuno dovrebbe morire così né qui, né in altre città e nessun ministro dovrebbe affrontare questioni in maniera semplicistica quando la tragedia è di questa portata”.
“Le vite rovinate sono due – prosegue Buffolo – quella di Moussa Diarra che non c’è più e quella dell’agente coinvolto, la cui vita sarà segnata per sempre da questo tragico episodio. Stasera anche noi saremo presenti in stazione a testimoniare il cordoglio e la nostra vicinanza agli amici e familiari perché prima di tutto deve esserci l’umanità. Noi facciamo Politica con la P maiuscola, per costruire un futuro più giusto e sicuro per tutti e tutte, in coordinamento con tutte le istituzioni democratiche, proprio per questo è importante che ognuno di noi non si esime dal proprio piccolo pezzo di responsabilità se qualcosa non ha funzionato”.
Cugini: “Voleva fortemente integrarsi, soffriva per questo”.
Jessica Cugini, capogruppo di In Comune di Verona, ha sottolineato: “Dico queste parole con il massimo rispetto, quello che si deve alle persone cui Moussa Diarra mancherà; quando ieri è arrivata la notizia della morte di Moussa, mi trovavo accanto alla sua comunità, ai ragazzi del Ghibellin Fuggiasco e del Paratodos, per questo credo che ci mancherà molto. Le parole con cui è stato descritto stridono con il racconto fatto dai ragazzi della comunità e dalla Ronda”.
“Appariva sereno, anche se di certo viveva una situazione complessa: la situazione di chi ha un contratto di lavoro, paga le tasse, e vorrebbe una casa vera. Di chi vive in un contesto ai margini della società, nella quale vorrebbe fortemente integrarsi. Questo crea e amplifica una sofferenza che diventa anche disagio psichico. Moussa Diarra in Mali è un nome diffuso quanto un Mario Rossi da noi. Se ieri fosse rimasto a terra un Mario Rossi, la destra non sarebbe salita sulle barricate, strumentalizzato questa morte. Non avrebbe detto che non ci sarebbe mancato Mario Rossi. Il linguaggio d’odio, che abbiamo sentito dal ministro Salvini, non fa altro che fomentare una divisione sociale che non fa bene al Paese. Forse dare più voce alle fragilità di Moussa stasera ci aiuterà a comprendere fenomeni per i quali probabilmente si stanno chiedendo le dimissioni alle persone sbagliate”.