Camera di commercio di Verona: “Sempre più diffusi i tentativi di truffa alle imprese, ecco come difendersi”.
Allarme bollettini ingannevoli: “Molte imprese ci segnalano tentativi di truffa con l’arrivo di bollettini di pagamento con richieste di versamenti”, spiega Cesare Veneri, segretario generale della Camera di commercio di Verona, “ma non si tratta di richieste provenienti dalla Camera di commercio. In occasione dell’iscrizione al Registro delle imprese o nel periodo di versamento del diritto annuale, sono spesso spediti alle imprese dei bollettini di pagamento ingannevoli, con diciture che possono indurre il ricevente a credere che provengano dalla Camera di commercio. Ciò accade anche a chi ha depositato marchi o brevetti, con la ricezione di comunicazioni inerenti pagamenti per registrazioni dei propri marchi o brevetti in determinati registri”.
Si tratta di iniziative commerciali per l’adesione volontaria a siti internet e banche dati private, nelle quali sono usati termini come “Camera di commercio” o “Registro imprese” o “imprese“, termini che possono indurre a credere di essere di fronte ad una richiesta di pagamento del diritto annuo camerale. Il diritto annuale è un tributo che le imprese iscritte al Registro delle imprese pagano esclusivamente tramite modello F24 e non tramite bollettino postale o bonifico bancario ed il termine di pagamento coincide con quello per il pagamento del primo acconto delle imposte sui redditi.
Come comportarsi per scoprire l’inganno.
Collegandosi al sito della Camera di commercio, al link https://www.vr.camcom.it/content/diritto-annuale-0, è possibile visionare un elenco, non esaustivo, di bollettini che possono indurre in errore.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha considerato queste iniziative come pubblicità ingannevole, in quanto chi le organizza non è in alcun modo collegato alle Camere di commercio e svolge attività di pubblicazione e vendita di riviste e fogli informativi a fini di lucro.
E’ possibile scaricare dal sito Agcm il Vademecum anti-inganni “Io non ci casco!” contro le indebite richieste di pagamento alle aziende. Il Vademecum, fra l’altro, specifica cosa deve insospettire e come difendersi. Prima di tutto non è chiaro chi è il mittente, non è chiaro in cosa consista il servizio, ci sono evidenti errori grammaticali (sono spesso pessime traduzioni). Inoltre in fondo alla prima pagina, oppure in quelle successive, c’è un testo fitto di clausole contrattuali incomprensibili ed è lì che si nasconde l’inganno.
In caso di dubbi si possono cercare informazioni in Camera di commercio (l’Ufficio relazioni con il pubblico 045-8085910), ma spesso anche una semplice ricerca su internet è sufficiente per capire se la comunicazione è vera oppure nasconde un inganno.