L’udienza preliminare per Davide Begalli, recentemente finito in carcere dopo continue evasioni dai domiciliari.
Cinque anni e quattro mesi di carcere per Davide Begalli. E’ questa la richiesta del pubblico ministero per il quarantenne di Negrar arrestato lo scorso agosto con l’accusa di aver investito e ucciso il tredicenne Chris Obeng Abom, lasciandolo agonizzante sull’asfalto e fuggendo senza prestargli alcun soccorso. La richiesta tiene conto del rito abbreviato di cui si è avvalso l’imputato che riduce di un terzo la pena.
Begalli, inizialmente ai domiciliari, recentemente è finito in carcere dopo essere stato sorpreso più volte a infrangere le restrizioni imposte dall’autorità giudiziaria, uscendo di casa senza autorizzazione e interagendo con altre persone.
L’incidente.
Il tragico incidente avvenne la sera del 31 luglio, lungo la Provinciale 12, una strada poco illuminata che collega Negrar a Verona. Secondo la ricostruzione Begalli, viaggiando a una velocità tra i 60 e i 65 chilometri orari, non avrebbe notato il giovane Chris camminare lungo il margine della strada. Il ragazzo venne violentemente investito e proiettato a terra, per poi essere trovato due ore dopo da passanti che chiamarono i soccorsi. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Borgo Trento, Chris morì il giorno successivo a causa delle gravi lesioni riportate nell’incidente.
Le indagini dei carabinieri portarono a individuare Begalli, dopo aver esaminato i filmati della zona e rintracciato il veicolo presumibilmente coinvolto. Begalli fu arrestato sul luogo di lavoro, dove l’auto ancora sporca di sangue era parcheggiata fuori dal cantiere edile.
Le dichiarazioni di Begalli nei giorni successivi all’incidente, in cui si giustificava dicendo di non aver visto il giovane a causa dell’oscurità della strada e di aver pensato di aver colpito un cartello stradale, non hanno attenuato l’indignazione dei familiari di Chris né dell’opinione pubblica, che si è manifestata anche sui social media. Inoltre, i medici che hanno curato Chris hanno sottolineato che il ragazzo avrebbe potuto essere salvato se fosse stato soccorso tempestivamente.