Verona, costretta a bendarsi in dad: l’Ufficio scolastico dispone accertamenti.
La denuncia, dopo i compagni di classe e i genitori, era stata fatta dalla Rete degli studenti Medi di Verona. Ora l’Ufficio scolastico regionale del Veneto ha avviato accertamenti per verificare la vicenda. I fatti: una studentessa di 15 anni del liceo Carlo Montanari di Verona, poco prima delle vacanze di Pasqua, sarebbe stata costretta da un’insegnante a bendarsi con una sciarpa durante un’interrogazione a distanza, in dad, per evitare che potesse copiare o leggere appunti.
Dopo l’immediata denuncia della Rete studenti Medi, alla quale si erano rivolti i ragazzi del Montanari sollevando il caso, ora si è attivato anche l’Ufficio scolastico del Veneto, il quale avrebbe quindi deciso di approfondire la vicenda, nel tentativo di ricostruire l’accaduto ed eventualmente prendere provvedimenti.
Nel frattempo la Rete studenti Medi di Verona esprime piena solidarietà alla giovane studentessa, e denuncia decine di altri episodi analoghi: “Pochi giorni fa nel liceo Carlo Montanari della nostra città, una studentessa stava svolgendo un’interrogazione – scrivono in una nota -. La docente, sospettando che la ragazza stesse copiando, le chiede di bendarsi per proseguire la valutazione. Come Rete degli studenti Medi di Verona siamo sconvolti e amareggiati dalle decisioni repressive prese della professoressa, ma purtroppo non sorpresi; Non è la prima docente che, durante le lezioni in didattica a distanza, decide di instaurare un clima del tutto inadatto per la nostra crescita e formazione. La dad è già di per se uno strumento che allontana lo studente dalla scuola e dal resto della comunità studentesca, non può diventare un pretesto per azioni intimidatorie nei confronti di chi sta sostenendo una prova di valutazione. Offriamo piena solidarietà alla studentessa, a una di noi. Chiediamo che vengano presi dei seri provvedimenti, non è questa la scuola che vogliamo”.
Sulla vicenda si è fatta sentire anche la parlamentare veronese del Pd Alessia Rotta, che ha chiesto l’intervento del ministro dell’Istruzione: “È grave che, in una scuola pubblica, a una studentessa venga richiesto di bendarsi per sostenere una interrogazione. Una forma di umiliazione. La scuola non serve per dare voti ai nostri ragazzi, ma per formare i cittadini di domani. Chiedo pertanto al ministro dell’Istruzione di informare il Parlamento su quanto è avvenuto a Verona e di predisporre una adeguata ispezione al fine di appurare l’esatto svolgimento dei fatti e assumere le eventuali decisioni del caso”.