Superbonus, stop alle cessioni dei crediti, Ance Verona: “Emergenza fallimento per 20mila imprese, di cui un 7% in Veneto”.
Superbonus: anche a Verona risuona il grido di allarme lanciato dal Consiglio generale Ance nazionale. E’ stata, di fatto, disattivata la norma quadro che regola le cessioni dei crediti e messo in atto il divieto di acquisto dei crediti da parte di enti pubblici. Esclusi da questa novità solo gli interventi già avviati.
La seconda linea del decreto-legge introduce un divieto secco per comuni, province e regioni e tutti gli enti che rientrano nel cosiddetto “perimetro della Pa” di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione. Queste operazioni di acquisto, infatti, potrebbero essere contabilizzate come indebitamento, possibile solo in forme limitatissime.
Da qui il problema del nodo crediti incagliati legati ai bonus edilizi: 15 miliardi di euro già maturati che, se non pagati, mettono a rischio 90mila cantieri di ristrutturazione delle case in corso in tutta Italia, 25mila imprese e 130mila lavoratori.
Convocato incontro con il ministro dell’economia.
“Sapevamo che andavano riscritte le regole ma questa decisione impedisce alle regioni di dare un aiuto alle imprese e alle famiglie che non riescono a monetizzare i crediti”, ha commentato Carlo Trestini, vicepresidente nazionale Ance e presidente della sezione veronese: “E’ necessaria un’apertura di dialogo immediata altrimenti il rischio è che scoppi una bomba sociale ed economica.
Serve, come invochiamo da tempo, una riforma strutturale e di lungo periodo del settore. L’emergenza è non far fallire le imprese, sono circa 20mila a rischio, un 7% circa in Veneto. Questo potrebbe significare disoccupazione e lavori lasciati a metà. Un boomerang sui privati, sui condomini, ma fondamentalmente ad essere minata è la fiducia tra il cittadino e lo Stato”.
Nel frattempo è stato convocato un incontro tra il comitato di presidenza nazionale e il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, per interpretare in modo più consono le nuove direttive, risolvere il nodo dei crediti incagliati e portare il programma di un nuovo sistema di accompagnamento per rigenerare e ristrutturare il patrimonio. “Necessaria, inoltre, una misura tempestiva che consenta immediatamente alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche”.