Dopo i sigilli per un mese al bar davanti alla stazione, parla l’ad: “Noi abbiamo sempre collaborato, ci dispiacerebbe dover lasciare Verona”.
“Sconcerto e delusione”: è la reazione di David Nathaniel, amministratore delegato del 12oz Coffee Joint, il bar davanti alla stazione di Verona Porta Nuova chiuso per un mese dalla polizia perchè ritenuto ritrovo di pregiudicati e spacciatori.
“Un misto di sconcerto e delusione, così potremmo definire, in sintesi, il clima nel quale ci è stato notificato, nel tardo pomeriggio di lunedì 8 aprile, dalla Questura di Verona il provvedimento che ha disposto la chiusura temporanea della nostra caffetteria 12oz di piazzale XXV Aprile – sostiene l’ad -. A ben poco, se non a nulla, sono infatti serviti tutti gli sforzi profusi da 12oz per contribuire a combattere il fenomeno della criminalità, sempre più diffusa nel piazzale antistante la stazione di Verona”.
Gli incontri con le autorità.
“Nel mese di maggio dello scorso anno, in occasione di un incontro con le autorità di polizia di Verona, incontro peraltro effettuato a seguito di nostra pressante richiesta giustificata dalla crescente preoccupazione per l’evidente situazione di degrado della zona circostante al locale, venivano predisposte diverse misure – tra loro strettamente connesse – di comune accordo di tutte le parti coinvolte”.
“La nostra azienda – prosegue l’ad – si è subito impegnata e ha posto in essere importanti interventi di adeguamento del locale, installando ulteriori telecamere di videosorveglianza, assumendo personale specializzato nell’attività di vigilanza, nonché formando i nostri collaboratori in materia di sicurezza e prevenzione dei reati e segnalando tempestivamente anche ogni minimo sospetto di attività illecita.
Non tutte le misure però hanno potuto essere attuate. Un esempio su tutti: la proposta venutaci dalla questura di chiudere i bagni del locale per non renderli potenziali centri di spaccio, che si è rivelata impraticabile per non incorrere in violazione di leggi sanitarie ed esporci a reclami da parte delle associazioni di categoria. Consapevoli, tuttavia, della perdurante criticità della situazione, pur a fronte dell’impegno che abbiamo profuso, lo scorso febbraio abbiamo chiesto un nuovo incontro alla Questura, venendo ricevuti non più di dieci giorni fa”.
“Rassicurati dalla Questura”.
Al termine dell’incontro dopo essere stati ripetutamente rassicurati dalle autorità in merito all’ottimo lavoro svolto da 12oz e all’insussistenza di motivazioni per temere una prossima ed eventuale chiusura, continuavamo le nostre attività confidando nella corretta gestione delle politiche di ordine pubblico da parte delle stesse autorità, evidentemente, prive di risultati.
Le nostre speranze, frutto dei tanti sforzi posti in essere con innumerevoli segnalazioni alle autorità pubbliche e con l’adozione di tutte le misure concordate, sono andate del tutto in fumo con la temporanea chiusura che ci è stata imposta.
Ma siamo davvero sicuri che la sospensione di un’attività di pubblico esercizio sia la migliore o l’unica soluzione veramente praticabile per contrastare fenomeni criminogeni e criminali così radicati nella zona? Nello spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto i nostri rapporti, ci viene da pensare che fornire nel piazzale un presidio 24h/7 giorni e istituire una linea di pronto intervento, rappresenterebbe un cambio di passo da parte dell’autorità verso una concreta attività dissuasiva senza penalizzare attività che costituiscono una sana risorsa economica per cittadini, lavoratori e turisti che la vivono quotidianamente.
Abbandonare Verona?
Saremmo davvero molto rammaricati se, in mancanza di un più efficace e performante intervento congiunto delle autorità competenti con l’ausilio delle forze di polizia, fossimo costretti ad abbandonare per sempre questa meravigliosa città. Opzione che ad oggi appare più che plausibile, a differenza di tutte le altre città e stazioni, dove operiamo con circa 30 punti vendita e impiegando oltre 140 persone (di cui 15 nella città di Verona) e dove le nostre attività si svolgono in una normale quotidianità”.