Verona, in carcere con l’accusa di autoriciclaggio amministratore di condominio, ai domiciliari la moglie: avevano sottratto 200mila euro.
Appropriazione indebita e autoriciclaggio: queste le accuse nei confronti di un amministratore di condominio della provincia veronese e della moglie, destinatari di due misure di custodia cautelare (rispettivamente, in carcere e ai domiciliari) emesse dal Gip presso il Tribunale di Verona su richiesta della Procura della Repubblica scaligera ed eseguite dai militari della Guardia di finanza di Verona.
L’indagine.
L’indagine scaturisce dalle denunce-querele presentate dai professionisti subentrati all’indagato nella gestione di vari condomini, che avevano riscontrato, oltre a una grave situazione debitoria, operazioni finanziarie disconosciute dai condòmini stessi e prive di giustificazioni, a cui corrispondevano bonifici, di vario importo, effettuati verso i conti correnti di altri condomini amministrati dall’indagato, ovvero verso il conto corrente della moglie.
Le investigazioni e gli accertamenti bancari hanno consentito di ricostruire un vorticoso flusso di movimentazioni bancarie in entrata e in uscita dai conti correnti intestati ai condomini amministrati nel tempo dall’indagato. Confermando che le stesse non solo erano estranee alla sua attività professionale ma avevano portato anche all’accredito di consistenti somme di denaro sul conto della moglie. Somme utilizzate anche per il pagamento di forniture effettuate in favore di un’altra società amministrata dalla coppia. Complessivamente, la somma di cui si sarebbe indebitamente appropriato l’amministratore infedele nel periodo tra il 2018 e il 2023, in concorso con il coniuge, supera i 196 mila euro.
Reato di autoriciclaggio.
Le operazioni finanziarie effettuate tra i vari conti correnti sono state considerate effettivamente idonee a ostacolare l’identificazione della loro provenienza. Portando alla contestazione del reato di autoriciclaggio.
Alla luce del quadro probatorio, il Gip ha quindi valutato sussistenti le esigenze cautelari, con specifico riguardo al rischio di reiterazione del reato, disponendo l’arresto in carcere per il professionista e la custodia domiciliare per la moglie. Per il professionista è stato altresì disposto il divieto temporaneo di esercitare l’attività di amministratore di condominio.