Si era tuffato nel Camuzzoni per tentare la fuga dopo la spaccata in gioielleria: dopo il ricovero in ospedale trasferito in carcere.
Per tentare di fuggire alla polizia dopo la spaccata alla gioielleria in zona stadio a Verona, nella notte tra il 10 e l’11 febbraio, si era gettato nel canale Camuzzoni, rischiando la vita. Ripescato dai vigili del fuoco in gravissime condizioni, il 36enne bosniaco era stato trasportato all’ospedale di Borgo Trento, e ricoverato in terapia intensiva.
Ieri, domenica 2 marzo, l’uomo è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto dalla polizia di Stato di Verona, per i reati di rapina aggravata, furto aggravato, danneggiamento e resistenza pubblico ufficiale.
La spaccata alla gioielleria.
Il fermato, unitamente al fratello – arrestato la sera stessa – aveva effettuato la spaccata ai danni di una gioielleria di via Sansovino, asportando il registratore di cassa contenente 150 euro e diversi gioielli per un valore di circa 8mila euro. I due, dopo, si erano dati alla fuga, dapprima a bordo di un’auto e poi a piedi.
Inoltre, sempre la stessa sera, il 36enne, insieme al fratello e ad altri due complici, si era reso responsabile di altre due spaccate commesse in provincia. Una in un supermercato di Sant’Ambrogio di Valpolicella, dal quale avevano asportato merce per un valore di circa 4.000 euro; l’altra in un’attività di fornitura di abbigliamento da lavoro a Pescantina, dove si impossessavano del fondo cassa per un valore di circa 250 euro, delle chiavi dell’azienda, di un furgone e di diversi capi d’abbigliamento.
Sempre insieme a tali complici, il cittadino bosniaco si era impossessato di due veicoli, uno parcheggiato in via Dei Lamberti e uno in via Pasteur, entrambi utilizzati per commettere le azioni criminose appena descritte. Durante la commissione di tali azoni, peraltro, i malviventi avevano danneggiato sette auto in sosta.
Infine, a bordo dei due veicoli erano stati rinvenuti dai poliziotti intervenuti martelli, una mazza, un piccone e altri arnesi atti allo scasso.
Il tuffo nel Camuzzoni.
In particolare, quella notte, poco dopo l’arresto del fratello, il 36enne – intercettato durante la fuga da una gazzella dei carabinieri – alla vista dei militari, per garantirsi una via d’uscita, si era gettato nel canale “Camuzzoni”, venendo, poi, soccorso dai vigili del fuoco e dal 118 che lo avevano trasferito presso l’ospedale di Borgo Trento.
Il 36enne è, così, rimasto in terapia per svariati giorni. Ieri è stato dimesso e accompagnato presso questi uffici, dove la modalità e la gravità dei fatti commessi, oltre alla tenacia evidenziata dal malvivente nel conseguire i propri intenti, hanno fatto scattare immediatamente il fermo di indiziato di delitto da parte della polizia di Stato per i reati di rapina aggravata, furto aggravato, danneggiamento e resistenza pubblico ufficiale.
Dell’accaduto veniva notizia il pm di turno, che disponeva la traduzione del cittadino bosniaco presso la casa circondariale di Montorio, in attesa dell’udienza di convalida.