La rapina alla gioielleria del centro commerciale La Grande Mela.
Per gli investigatori, gli autori della rapina alla gioielleria della Grande Mela, che hanno seminato il panico all’interno del centro commerciale, non sarebbero gli stessi dell’assalto al Valecenter di Marcon, in provincia di Venezia, avvenuto qualche giorno fa.
Diverso sarebbe infatti il modus operandi. In quel caso, i banditi erano cinque, armati di kalashnikov, e dopo aver fatto irruzione nella gioielleria hanno costretto armi in pugno le due commesse a svuotare le vetrinette, addirittura prendendone una in ostaggio per proteggersi la fuga a bordo della Panda Rossa.
Il modus operandi.
Ieri, invece, alla Grande Mela i banditi erano solo due. Indossavano caschi da motociclista, uno di colore bianco e l’altro nero, ed erano armati di pistole. Sono entrati da un accesso laterale, il più vicino alla gioielleria. La rapina vera e propria è durata meno di un minuto, una cinquantina di secondi in tutto, durante i quali i due malviventi si sono fatte consegnare il denaro dalla cassa, oltre ai preziosi. Per poi fuggire passando dallo stesso accesso laterale, e scomparire a bordo di una moto. L’unica analogia è rappresentata dal negozio: la catena di gioielleria, la “Gioielli di Valenza”, è la stessa del colpo del 7 febbraio all’ipermercato Valecenter di Marcon.
Eppure solo pochi giorni si ipotizzava che dietro le rapine di Marcon e quelle del dicembre scorso al centro commerciale Le Porte dell’Adige ci fosse la stessa banda. Il nuovo colpo alla Grande Mela sembra invece portare gli investigatori da un’altra parte. Le indagini sulla rapina sono affidate al Nucleo operativo dei carabinieri di Villafranca. I quali potrebbero avere un asso nella manica: uno dei rapinatori, infatti, si sarebbe ferito tagliandosi con una vetrinetta della gioielleria andata in frantumi. E lasciando evidenti tracce di sangue.