Al Parco Natura Viva si schiudono tre piccole testuggini “stellari”, sull’orlo dell’estinzione per la loro straordinaria bellezza.
Evento straordinario al Parco Natura Viva: sono nate tre testuggini “stellari”, specie a rischio di estinzione secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Due sono uscite dall’incubatrice, mentre la terza, è stata inaspettatamente scoperta mentre zampettava accanto a mamma è papà.
Carlo Benciolini, keeper della Casa dei Giganti al Parco Natura Viva di Bussolengo, che ha seguito la nascita, spiega: “Quando si prelevano le uova dal terreno, con la massima attenzione per evitare di romperle, può capitare di non notarne una”.
Ora nel giardino delle farfalle, i tre piccoli, che appartengono a quella che è la più bella tra le tartarughe terrestri al mondo, vivono insieme. Questa specie, endemica del Madagascar, sta per estinguersi per la bellezza del suo carapace, tanto ricercato dai trafficanti illegali di animali selvatici.
Di tre, quattro centimetri alla nascita, questi esemplari “stellari” possono arrivare a pesare oltre 15 chili e sfiorare il mezzo metro. Hanno un carapace scuro, composto da scudi sui quali si irradiano da 4 a 12 raggi gialli.
“Da soli e senza aiuto”.
“Il prelievo dal terreno e il periodo in incubatrice – spiega – viene previsto proprio per offrire maggiori possibilità di successo alla schiusa di una specie, che la scienza prevede estinta tra circa 45 anni. Delle cinque uova raccolte, solo due hanno visto i piccoli uscire dall’uovo. Da soli e senza aiuto, proprio come è accaduto al fratello di cui non ci aspettavamo la presenza”.
“Oltre ad una sistematica deforestazione del Madagascar, la condanna di questa specie è la propria bellezza”, prosegue Spiezio. “La povertà diffusa nell’isola africana alimenta il mercato nero delle testuggini raggiate, che vengono vendute per essere possedute come animali domestici o servite in tavola come pietanze, in special modo nei periodi di Natale e Pasqua”.
Gli Ultimi dati dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura indicavano nel 2005 un prelievo di esemplari dalla foresta che si aggirava tra le 22mila e le 241mila unità all’anno. “Non saranno i nostri piccoli tre esemplari a invertire la rotta. Ma saranno loro a far parte degli unici sopravvissuti, nel caso in cui le previsioni statistiche degli studi scientifici si rivelassero puntuali”, conclude Spiezio.