Nato a Milano nel 1950 e divenuto ben presto una “istituzione” di Roma, don Santoro Claudio è il fondatore della Casa Famiglia Lodovico Pavoni, l’associazione che “vuole aiutare le famiglie, i ragazzi, gli anziani e i portatori di handicap in difficoltà che risiedono nella sesta circoscrizione del comune di Roma”.
Dopo essere stato ordinato sacerdote e aver trascorso i primi anni della sua missione tra Genova e Montagnana, in provincia di Padova, Padre Claudio Santoro è diventato vicario della Parrocchia di San Barnaba a Roma, tra palazzi fatiscenti e un polveroso campetto di calcio.
Appena arrivato, infatti, da queste parti non c’era davvero nulla, se non poveri e ignoranti lasciati fuori dalle logiche capitalistiche del mondo. Padre Santoro si è rimboccato le maniche, diventando risorsa di quanti non trovavano più la speranza di vivere.
Con la sua Associazione Casa Famiglia Lodovico Pavoni è riuscito a creare la “famiglia di chi non ha famiglia”, fornendo un aiuto materiale ancor prima che spirituale.
Oggi, insieme a lui e ai volontari che la animano, l’associazione è diventata un punto di riferimento della zona, grazie anche al centro di ascolto per adulti, genitori in difficoltà, barboni ed extracomunitari e l’assistenza continua, scolastica e post scolastica, fornita ai minori.
Sono tantissime, infatti, le attività per ragazzi che vengono svolte all’interno della Casa Famiglia Lodovico Pavoni: oltre che nella scuola calcio, i giovani possono intrattenersi nel laboratorio di ceramica, musica, canto o in quello teatrale, con i volontari che non mancano di organizzare gite turistiche pensate per le famiglie dell’associazione.
Inoltre, nei mesi più caldi dell’estate, l’associazione ospita il centro estivo dove i giovani collaborano attivamente. Come? È proprio loro la responsabilità di promuovere le manifestazioni sportive e di gestire la manutenzione dell’ambiente e della sorveglianza.
Per gli adulti, l’associazione Lodovico Pavoni fornisce assistenza medica e psicologica, grazie all’intervento di professionisti che aiutano i poveri in modo del tutto gratuito, fornendo loro le cure necessarie e l’accesso alla sanità spesso negatogli dalle istituzioni.
E se per anni a rivolgersi all’associazione erano per lo più stranieri, il Coronavirus ha completamente cambiato la situazione. Come si legge nell’intervista rilasciata da Padre Santoro ai microfoni de L’Osservatorio Romano, “oggi vengono a chiederci aiuto tanti italiani rimasti senza lavoro e nell’impossibilità di beneficiare di introiti alternativi. Si accodano insieme agli altri per necessità, con un certo imbarazzo, soprattutto le persone più anziane”.
Per questo fuori dalla casa c’è sempre la fila: almeno 100 persone che, in ordine e con compostezza, attendono il proprio sacchetto di cibo. Ma il lavoro dei volontari non termina di certo qui. “Tutti i giovedì – prosegue don Claudio – andiamo alla Stazione Termini a rifornire i clochard di cibo, coperte e vestiario. Oggi nelle buste aggiungiamo anche disinfettanti, mascherine e saponi per l’igiene personale, dando così il nostro contributo nella prevenzione del contagio tra le categorie a rischio come i senzatetto, che non sono nelle condizioni di lavarsi quotidianamente”.
Il tutto senza far mancare una parola di conforto, la lettura del Vangelo e un abbraccio che al momento è solo a distanza. Ma che basta a dare calore e a fare compagnia a quanti, senza, sarebbero ancora più soli.