La rabbia dei sindacati dopo la tragedia di Trevenzuolo, dove un operaio 50enne è morto folgorato da un macchinario.
La tragedia di Trevenzuolo, dove un operaio di 50 anni è morto folgorato sotto un macchinario, ha scatenato la rabbia delle organizzazioni sindacali.
“Non è possibile che eventi drammatici come questo continuino ad accadere quotidianamente nel nostro Paese, così come in Veneto, e anche nella provincia di Verona si registrano numeri impressionanti fra i decessi e i feriti sul lavoro: uno stillicidio senza fine ormai ingiustificabile sotto ogni punto di vista. Condividiamo il dolore della famiglia e dei colleghi di lavoro del povero Vincenzo ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza in questi terribili momenti”.
“Non possiamo limitarci a indignarci”.
Sono le parole di Martino Braccioforte, segretario generale della Fiom di Verona, che continua “Non possiamo però, di fronte a tutto ciò, limitarci a indignarci, a essere dispiaciuti e ad invocare l’intervento delle Istituzioni e della Regione per fermare questo tipo di drammi; infatti, la Fiom veronese si costituirà parte civile, per poter avere contezza della dinamica della morte di questo lavoratore e delle ricostruzioni che verranno fatte da Spisal e forze dell’ordine, soprattutto per capire come sono andate le cose e per tutelare chi resta, chi continuerà a lavorare nonostante quello che è accaduto oggi e quello che era accaduto nel 2023″. Avere giustizia per Vincenzo e per coloro che muoiono sul lavoro, però non basta, bisogna che le aziende e le Istituzioni prendano seriamente la situazione e si ricordino che al primo posto nella scala delle priorità ci deve sempre essere il rispetto della vita umana, della salute e della sicurezza di ogni lavoratrice e lavoratore”.
“Domani, giovedì, un’ora di assemblea alla Anodall”.
“L’ennesima morte sul lavoro a Verona evidenzia la necessità di intensificare gli sforzi per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro promuovendo una cultura della prevenzione e garantendo il rispetto delle normative vigenti – sostengono Giampaolo Veghini, segretario generale Cisl Verona, e Adriano Poli, segretario Fim Cisl -. Chiediamo al Prefetto di aprire un confronto per mettere in campo sforzi ulteriori, ad esempio impiegando i nuovi Ispettori Tecnici del Lavoro dell’Ispettorato non solo in attività di vigilanza, ma anche di assistenza agli Rls e a tutte le figure aziendali coinvolte.
Aspettiamo le indagini della magistratura ma è inaccettabile pensare che nel 2025 non si riesca a tornare a casa dal lavoro. Domani mattina ci troveremo davanti ai cancelli dell’azienda Anodall per un’ora di assemblea per ricordare il lavoratore e per stringerci idealmente ai familiari”.
“Uno stillicidio quotidiano”.
“Un operaio è morto folgorato in una ditta di lavorazioni in alluminio in provincia di Verona. Non si conoscono ancora i dettagli e l’esatta dinamica, ma ciò non può far venire meno il nostro cordoglio: ci stringiamo attorno ai familiari e ai colleghi. Assistiamo ad uno stillicidio quotidiano di infortuni mortali sul lavoro: adesso basta! Il tema “zero morti sul lavoro” deve diventare centrale nell’opinione pubblica di questa regione”.
“I protocolli, gli incontri, le dichiarazioni non sono più sufficienti, occorre un impegno straordinario per una situazione che – dopo un lento miglioramento – sta di nuovo sfuggendo drammaticamente di mano. Chiediamo ai Prefetti di convocare d’urgenza tutte le parti, anche nel solco delle linee guida del nuovo protocollo su salute e sicurezza costruito con la Regione Veneto”. Lo ha dichiarato Roberto Toigo, segretario generale Uil Veneto.