Omicidio di Caldiero, cosa hanno scoperto le indagini

Omicidio di Caldiero: le indagini puntano sul compagno della vittima.

Omicidio di Caldiero, le indagini puntano sul compagno della vittima: un caso di cronaca nera che ha scosso la comunità veronese. Nella serata di domenica, il corpo senza vita di Maria Cristina Pugliese, 27 anni, è stato trovato nell’abitazione che condivideva con il compagno Marco Cristofori. L’uomo, un quarantenne residente in paese, ha contattato i carabinieri sostenendo che la giovane si fosse tolta la vita nella doccia, utilizzando il tubo flessibile. Ma i primi rilievi hanno sollevato dubbi sulla sua versione, portando la Procura ad avviare un’indagine per omicidio.

Una dinamica ancora poco chiara.

Secondo quanto dichiarato dall’uomo, il ritrovamento sarebbe avvenuto nel tardo pomeriggio di domenica, ma le autorità sospettano che la tragedia possa essersi consumata già nella notte tra sabato e domenica, al culmine di una lite tra i due. Maria Cristina, originaria di Locri ma residente nel veronese da 24 anni, lavorava in un supermercato ad Arcole e occasionalmente come barista a Caldiero. Madre di una bambina di cinque anni, aveva iniziato da pochi mesi una convivenza con il compagno, che ora si trova sotto i riflettori degli inquirenti.

I dubbi degli inquirenti.

La versione fornita dal compagno presenta alcune incongruenze. Come riportato nella nota ufficiale firmata dal procuratore di Verona i carabinieri della stazione di Tregnago e dell’aliquota radiomobile di San Bonifacio hanno effettuato un primo sopralluogo, rilevando dettagli che non combaciano con l’ipotesi del suicidio. Sul corpo della vittima saranno eseguiti ulteriori esami, ossia l’autopsia, per chiarire le cause esatte del decesso.

Inoltre, è stato disposto il sequestro dell’abitazione per effettuare accertamenti tecnici, mentre la salma è stata trasferita all’Istituto di medicina legale di Borgo Roma.

La comunità incredula.

A Caldiero e Soave, dove Maria Cristina aveva vissuto prima di trasferirsi, il dolore e l’incredulità sono palpabili. Molti tra amici e conoscenti si dicono certi che la giovane non si sarebbe mai tolta la vita. L’ipotesi che dietro la tragedia possa esserci il compagno, con cui da tempo pare ci fossero tensioni, sta alimentando lo sconcerto.

L’indagato sotto pressione.

Nel frattempo, il compagno è stato formalmente iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. Una misura, spiegano fonti investigative, necessaria per procedere con tutti gli approfondimenti utili, incluse le verifiche su eventuali segni di colluttazione o altre anomalie riscontrate sul luogo del decesso. L’autopsia, prevista per i prossimi giorni, sarà cruciale.

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