L’indagine della Guardia di finanza: “‘Ndrangheta nei subappalti per le ferrovie”. Coinvolta anche Verona.
I finanzieri del Comando provinciale Milano hanno eseguito un sequestro preventivo per oltre 10 milioni di euro nei confronti i di 11 società operanti nel settore dell’armamento ferroviario. Una prima parte dell’inchiesta, nel 2022, aveva portato all’arresto di 15 soggetti, poi condannati in primo grado, che avrebbero fatto parte dello stesso “contesto associativo aggravato dall’agevolazione mafiosa”, oltre che al sequestro di 6,5 milioni di euro.
Le indagini.
Le indagini hanno infatti accertato come “un gruppo di soggetti contigui alla cosca di ‘ndrangheta denominata Nicoscia-Arena di Isola di Capo Rizzuto (KR), attraverso contratti di distacco di manodopera e contratti di nolo a freddo dei mezzi, avesse effettuato per anni attività di manutenzione della rete ferroviaria italiana attraverso una fitta rete di aziende pseudo-metalmeccaniche a loro riconducibili con sede tra Varese, Verona e Crotone, molte delle quali intestate a prestanome, di fatto prive di una struttura aziendale, aventi quale unico scopo la somministrazione di manodopera alle 11 imprese assegnatarie delle ingenti commesse dalla principale stazione appaltante d’Italia Reti Ferroviarie Italiane spa”, che risulterebbe quindi come parte offesa.
Nel mirino della finanza sarebbe finito ora il circuito di fatture false emesse dalle società cartiere a copertura dei contratti di somministrazione di manodopera specializzata e noleggio mezzi. Con il preciso scopo, secondo l’accusa, di “eludere la vigente normativa antimafia e le limitazioni in materia di subappalto di commesse pubbliche”. L’imposta evasa, in termini di Iva e Ires, sarebbe di 10 milioni 273mila 420 euro, cifra oggetto di sequestro da parte della Guardia di finanza.