Minacce e violenze all’ex compagno per la custodia del figlio: coppia arrestata per atti persecutori e lesioni aggravate
Una storia di violenza si è conclusa nella mattinata di ieri, martedì 13 agosto, con l’arresto di due italiani, un uomo e una donna rispettivamente di 55 e 46 anni, da parte dei carabinieri della Compagnia di Verona. I due, già noti alle forze dell’ordine, sono stati fermati su disposizione del Gip del Tribunale di Verona, su richiesta della Procura locale, con l’accusa di atti persecutori e lesioni personali aggravate.
L’intera vicenda ha avuto inizio diverse settimane fa e ha visto come vittima un 48enne italiano, ex compagno della donna arrestata, con la quale condivide la custodia di un figlio di 4 anni. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo sarebbe stato bersaglio di una serie di episodi violenti, caratterizzati da minacce, persecuzioni e aggressioni fisiche. La donna, madre non affidataria del figlio, avrebbe tentato con ogni mezzo di obbligare l’ex compagno a cederle il bambino, avvalendosi anche della collaborazione del suo attuale convivente.
Colpito con un punteruolo.
Tra gli episodi più gravi, si segnalano minacce di mandare sicari per “squagliarlo vivo” o di “farlo saltare in aria”, seguite da attacchi fisici premeditati. Domenica sera, la vittima ha subito un’aggressione con acido sul collo e sulle spalle, fortunatamente senza conseguenze permanenti. La situazione è ulteriormente degenerata ieri, quando l’uomo è stato colpito con un punteruolo mentre usciva dall’abitazione della madre, dove si era rifugiato. L’arma bianca è rimasta conficcata nel braccio della vittima, che ha dovuto sottoporsi a un intervento in ospedale per rimuoverla.
Le indagini dei carabinieri negli ultimi giorni hanno permesso di ricostruire l’intera dinamica e di delineare un quadro accusatorio solido nei confronti della coppia. La richiesta di una misura cautelare è stata avanzata con urgenza e, ieri pomeriggio, i due sono stati rintracciati e arrestati nei comuni di San Giovanni Lupatoto e Albaredo d’Adige. Ora si trovano nel carcere di Montorio, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.