Botta e risposta tra i sindaci di Peschiera e Castelnuovo dopo la maxi rissa del 2 giugno.
Dalla spiaggia e dal lungo lago la rissa adesso sembra scoppiare tra i sindaci dei due comuni interessati dalla devastazione del 2 giugno, ovvero Peschiera e Castelnuovo. Il primo cittadino di Castelnuovo Giovanni Dal Cero ha detto all’Ansa che “si stanno visionando le immagini diffuse in rete, so che la Procura si è già mossa per individuare i responsabili di quanto accaduto”. E per evitare che i disordini come la maxi rissa sul lungo lago del 2 giugno si possano ripetere, Dal Cero ha annunciato di aver “prolungato l’ordinanza anti-alcol per tutto il mese di giugno, per evitare che questi adolescenti si portino le bottiglie di alcolici da casa e si ubriachino qui”.
- Lungolago blindato per evitare nuove risse. Decine di ragazzi identificati.
- Ragazze molestate sul treno a Peschiera, sono una trentina i giovani nel mirino della polizia.
Parole che evidentemente non sono bastate alla sindaca di Peschiera Orietta Gaiulli, la quale ha scritto una lettera al Governo, al Prefetto e al Questore di Verona sostenendo che risalirebbe ancora al 30 maggio il primo allarme lanciato dalla sua amministrazione per “possibili problemi di ordine pubblico nel territorio, a causa di gruppi che si dirigevano verso la spiaggia libera del vicino comune di Castelnuovo”, che, a suo dire, “non ha ancora dato una sistemazione alle spiagge, che sono teatro di scempi e violenze di ogni genere”.
“La responsabilità di Peschiera del Garda – aggiunge la sindaca – è quella di avere una stazione ferroviaria e una strada che conduce in pochi minuti alla spiaggia. Peschiera non merita un’immagine così brutta, perché è una cittadina sicura, abituata a ospitare un turismo di famiglie”. Pronta, e stizzita, la replica del sindaco di Castelnuovo: “La sindaca non conosce il territorio del Garda”.
Il cerchio si stringe.
Intanto il caso diventa nazionale, si moltiplicano i commenti e le prese di posizione da una parte e dall’altra dello schieramento politico. Tutto questo mentre Procura e Questura di Verona mantengono il più stretto riserbo sulle indagini, anche se tutto lascia supporre che il cerchio intorno agli elementi più scatenati del branco, compresi gli autori delle molestie sessuali sul treno, si stia stringendo sempre di più.