Spi Cgil Verona: “No ai medici di base a pagamento, si rischia la deriva privatistica. Serve l’impegno di governo, regione e sindaci”.
Continua l’emergenza medici di base a Verona, ma il sindaco Spi Cgil mette in guardia dall’eventualità di ricorrere a “medici di base a pagamento”. “L’iniziativa, per ora isolata, di un laboratorio privato di Treviso che fa pagare un corrispettivo, come se fosse un ticket, per erogare servizi di assistenza primaria – si legge infatti in una nota firmata da Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil di Verona – è il segno lampante che l’emergenza riguardante la carenza di medici di base, finora governata poco e male, rischia di rompere gli argini per sfociare in una deriva privatistica, come è già nei fatti per quanto riguarda le visite specialistiche in cui i ritardi di risposta del soggetto pubblico spingono i cittadini a rivolgersi a servizi di diagnostica e cura privati”.
Un no deciso, quindi: “Il sindacato delle pensionate e dei pensionati Spi Cgil ribadisce che la prova inconfutabile dell’insostituibilità del servizio sanitario pubblico è stata data durante il periodo dell’emergenza Covid, e che non c’è altra strada che il potenziamento della sanità pubblica perché la privatizzazione priva le persone del fondamentale diritto alla salute”.
“Sono 142 le zone carenti di medico di base, contro le 146 di agosto”.
“Assordante e inaccettabile è il silenzio di una parte della politica, che sarebbe chiamata, a partire dal livello nazionale di Governo, a programmare e ad affrontare i problemi che affliggono pensionate e pensionati. Invece constatiamo che i temi sul tavolo in questo inizio di Legislatura vertono su tutt’altri argomenti. Anche la Regione è chiamata ad assumere iniziative urgenti per rimediare al grave deficit funzionale del sistema sanitario veneto”.
Anche perché, sostengono dallo Spi Cgil di Verona, gli ultimi dati rilasciati da Azienda zero confermano che sul territorio veronese ci sono ancora 142 zone carenti di medico di base contro le 146 di agosto.
“I Comuni veneti e veronesi – conclude la nota – devono raccogliere le richieste che provengono dalle pensionati e dai pensionati, affrontando il tema del caro bollette e, per quanto riguarda la sanità, la carenza di medici di famiglia e i tempi lunghi di prenotazione delle visite e le difficoltà stesse a riuscire a prenotarle, creando le condizioni professionali e logistiche che favoriscano l’accettazione da parte dei medici di medicina generale degli incarichi nelle zone ancora scoperte da servizio di medico di base”.