Operazione della Guardia di finanza, scoperta maxi frode sui carburanti.
Scoperta maxi frode sui carburanti, coinvolte anche due pompe di benzina del Veronese tra quelle sequestrate dalle Fiamme gialle di Parma. Le indagini della Guardia di finanza hanno infatti condotto a scoprire un elaborato sistema di società fittizie messo in piedi da un’azienda di Parma, che avrebbe comprato benzina e gasolio da raffinerie in Slovenia e Croazia, evadendo l’Iva e rivendendoli sul mercato a un prezzo notevolmente inferiore al normale.
La Guardia di Finanza di Parma ha sequestrato 17 distributori di benzina senza loghi delle compagnie petrolifere nelle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Brescia, Lodi e Verona. Il sequestro preventivo, ordinato dal Gip di Parma su richiesta della procura europea, riguarda due società attive nel commercio di carburanti e sette persone, tra cui tre organizzatori di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. Il valore dei beni sequestrati è di circa 150 milioni di euro.
Le indagini sono iniziate nel 2019, quando la Guardia di Finanza ha rilevato delle anomalie nei prezzi dei carburanti in provincia di Parma. Successivamente, è stata ricostruita la triangolazione tra persone residenti a Dubai, Miami e Napoli, che acquistavano benzina e gasolio in Slovenia e Croazia, per poi rivenderli a imprese del Regno Unito e della Romania e, infine, a 31 imprese cartiere e in alcuni casi a una società filtro della provincia di Potenza.
Il meccanismo.
In sostanza, il carburante sarebbe stato trasportato dalla raffineria estera al deposito fiscale presso cui veniva nazionalizzato e poi direttamente al deposito parmigiano, senza passare realmente per società “cartiere” e “filtro” fittiziamente interposte nel tempo, impiegando autoarticolati di una società di trasporto croata riconducibile a uno dei componenti dell’organizzazione.
Il carburante, invece di essere destinato alla vendita in altri paesi, veniva direttamente trasferito nel deposito di Parma e venduto attraverso i 17 distributori sequestrati ad un prezzo molto più basso della concorrenza. Inoltre, durante le perquisizioni, sono stati sequestrati anche il deposito di Parma, diversi immobili e disponibilità finanziarie.
In sintesi, secondo la contestazione, il meccanismo fraudolento avrebbe consentito di evadere sistematicamente l’Iva a debito artatamente maturata dalle cartiere e vendere i prodotti petroliferi a un prezzo inferiore a quello possibile nel rispetto delle regole fiscali, producendo un danno complessivo per l’erario pari a 92 milioni 379mila euro, costituenti l’imposta evasa a partire dal 2016.