Mafia negli appalti ferroviari a Verona, operazione della Guardia di finanza: otto persone arrestate, sequestri per 2,5 milioni di euro.
Otto persone arrestate tra le province di Lodi e Verona, due in carcere e sei ai domiciliari: è il risultato dell’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Lodi e Verona, con il supporto del Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) di Catanzaro. Il Tribunale di Milano ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare su richiesta della Procura della Repubblica di Milano.
L’operazione si ricollega a precedenti indagini della Guardia di Finanza di Varese e del Gico di Milano, e rappresenta una continuazione dell’azione investigativa contro una famiglia di origini calabresi, trasferitasi nelle province lombardo-venete e legata alla cosca Arena-Nicoscia. Due degli indagati sono stati portati in carcere, mentre altri sei sono stati posti agli arresti domiciliari.
Durante le operazioni, le Fiamme Gialle hanno sequestrato beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro, equivalenti al profitto della frode e delle distrazioni di fondi perpetrate dal gruppo. Tra i beni sequestrati figurano conti correnti, quote societarie, immobili e veicoli.
Il sistema di frodi fiscali negli appalti ferroviari.
Le indagini hanno fatto luce su un articolato sistema di frodi fiscali e bancarotte fraudolente, che ha coinvolto diverse imprese riconducibili agli arrestati. Queste aziende, già in precedenza oggetto di provvedimenti interdittivi antimafia, operavano soprattutto nel settore degli appalti pubblici, principalmente in quello della manutenzione delle linee ferroviarie e metropolitane.
Gli investigatori hanno ricostruito un meccanismo in cui le aziende coinvolte emettevano fatture per operazioni inesistenti. Tali fatture permettevano all’organizzazione di aggirare le normative sugli appalti e di impiegare lavoratori nei cantieri senza rispettare le regole sulla manodopera. Il giro di denaro derivante dalle operazioni fraudolente era gestito tramite società intestate a prestanome, una struttura ideata appositamente per eludere le misure di prevenzione antimafia.
Appropriazione indebita fondi europei.
Oltre alle frodi fiscali, tra le accuse a carico degli arrestati figura l’appropriazione indebita di fondi europei FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), utilizzati illecitamente per pagare debiti fiscali e previdenziali per un valore di circa un milione di euro. Le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità e ricostruire tutti i passaggi attraverso cui l’organizzazione è riuscita a infiltrarsi in settori delicati come quello degli appalti pubblici e della gestione dei fondi europei.
L’assessora Zivelonghi: “Si conferma il radicamento mafioso”.
“Mi complimento con la Guardia di Finanza per l’operazione portata a termine oggi e che si aggiunge a quelle di pochi giorni fa che ha fatto emergere un’ingente frode fiscale a carico anche di imprenditori veronesi – dichiara l’assessora Zivelonghi-. Operazioni che, in particolare quella di oggi, ci confortano nelle ragioni sottostanti alle richieste che stiamo portando avanti nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi perché confermano la necessità di rafforzare gli strumenti a disposizione delle istituzioni per compiere indagini sulle attività criminali, fondamentali per giungere a risultati come quelli di oggi. E’ questa l’evidenza che abbiamo sottolineato ieri nell’incontro con la senatrice Floridia e la consigliera regionale Bigon”.