Confisca di beni da parte della Dia, coinvolta anche Verona.
La Direzione investigativa antimafia di Bologna ha confiscato beni mobili ed immobili, per un valore di circa 2 milioni di euro, ad un pregiudicato cinquantaduenne originario di Cutro (Crotone) trasferitosi nel 1995 in provincia di Reggio Emilia e domiciliato in provincia di Verona, e precisamente ad Arcole. L’uomo era stato arrestato nel gennaio 2015 nell’ambito dell’operazione “Aemilia”, assieme ad altre 202 persone e successivamente condannato in via definitiva nell’ottobre 2018 ad anni 9 e mesi 4 di reclusione. Attualmente sta scontando la pena presso la Casa di Reclusione di Oristano.
Secondo la sentenza Aemilia il suo ruolo era quello di raccordo con la cosca Grande Aracri di Cutro, in diretto collegamento con personaggi di primo piano della consorteria ed aveva messo a disposizione del sodalizio alcune imprese create appositamente al fine di commettere reati fiscali e riciclaggio.
Avrebbe anche avuto una parte nel cosiddetto “Affare Sorbolo”, consistito nella lottizzazione di un terreno comportante l’edificazione di plurimi complessi immobiliari per un valore di oltre 20 milioni di euro, con denaro proveniente dalla cosca di Cutro e dalla attività criminale svolta in Emilia.
Il provvedimento di confisca ha interessato quattro immobili a Reggio Emilia e Arcole, tra cui una lussuosa villa dove dimorava con il nucleo familiare, una società con sede ad Arcole e diversi veicoli. Con il provvedimento di confisca è stata disposta l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 5 anni.