Il decreto è stato emesso da Tribunale di Verona.
Un’imponente operazione è stata messa in atto oggi dalla Guardia di Finanza di Ferrara, sulla base di un decreto emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona. Un sequestro preventivo di oltre 11 milioni di euro è stato eseguito, attraverso il blocco della somma in valuta estera, depositata su un conto corrente societario dedicato. Le somme sono state ritenute il profitto di una presunta frode fiscale realizzata da una società veneta attiva a livello internazionale nel settore del commercio dei bio-carburanti.
L’operazione di sequestro è stata il risultato di indagini approfondite svolte dalla sezione locale delle Fiamme Gialle, le quali hanno avuto origine dallo sviluppo di due segnalazioni di operazioni sospette relative ad alcuni fornitori di biodiesel legati alla società veneta. Questi fornitori avevano intrattenuto rapporti commerciali con un’impresa ferrarese, il cui esito ha portato a sospettare che le somme sequestrate derivassero da una frode fiscale compiuta attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti emesse da fornitori fittizi con sedi in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Bulgaria.
Secondo quanto emerso dalle indagini, la società veneta avrebbe operato utilizzando una serie di società cartiere, con ramificazioni anche nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, intestate a dei prestanome appositamente frapposti fra l’effettivo fornitore estero e l’acquirente finale. Questa intricata rete di società ha reso estremamente difficile la ricostruzione dell’effettiva circolazione dei prodotti commercializzati dalla società indagata.
Il modus operandi della società coinvolta sembra essere stato abilmente studiato per ottenere numerosi vantaggi. Attraverso passaggi documentali complessi, riferiti al diretto acquisto della merce proveniente da un unico fornitore situato in Bulgaria, gli inquirenti hanno rilevato come la società fosse riuscita ad eludere i controlli fiscali e a ottenere vantaggi sia economici che fiscali. La frode permetteva loro di omettere il versamento dell’Iva dovuta, consentendo l’applicazione di prezzi più competitivi sul mercato e di conseguenza attirando un numero maggiore di acquirenti.