Fatture false nell’edilizia, nel mirino sette società: c’è di mezzo anche Verona

Maxi sequestro della Guardia di finanza per fatture false nell’edilizia: 7 le società nel mirino, coinvolta anche Verona.

Maxi sequestro per fatture false a sette società, coinvolta anche Verona. La Guardia di finanza di Padova ha confiscato beni e disponibilità finanziarie pari a 4,8 milioni euro nei confronti di sette società con sede nella bassa padovana e dei rispettivi amministratori, i quali, attraverso un insidioso meccanismo di false fatturazioni, avrebbero secondo l’accusa generato crediti Iva inesistenti utilizzati per compensare contributi previdenziali dei propri dipendenti.

Il provvedimento è stato posto in esecuzione dalla Procura della Repubblica di Rovigo ed eseguito dalla Guardia di Finanza di Padova ed Este e rappresenta l’epilogo delle investigazioni svolte dai finanzieri della Compagnia di Este a partire dal 2023 nei confronti di sette società di capitali operanti nella realizzazione di edifici, le quali – per il tramite dei rispettivi rappresentanti legali, uniti anche da strette relazioni di parentela – secondo l’accusa avrebbero utilizzato fatture oggettivamente inesistenti per oltre 14 milioni di euro, emesse da società situate nelle province di Crotone, Parma, Reggio Emilia, Verona.

Le ipotesi dell’accusa.

Queste ultime, in particolare, risultate essere evasori totali privi di asset aziendali, secondo l’ipotesi accusatoria hanno “concluso” contratti di noleggio di attrezzatura edile mai esistita. L’utilizzo ritenuto fraudolento dei documenti fiscali inesistenti ha consentito alle società, nei periodi d’imposta dal 2019 al 2022, di generare un credito Iva di circa 2,5 milioni di euro, da utilizzare per compensare i contributi Inps dovuti dalle società datrici di lavoro a favore dei propri dipendenti, così permettendo alle società stesse di apparire virtuose da un punto di vista contributivo e non incorrere in limitazioni nello svolgimento dell’attività di impresa.

Il sequestro preventivo riguarda disponibilità finanziarie presenti sui conti correnti intestati alle persone fisiche e giuridiche indagate, nonché unità immobiliari, autovetture e altri beni mobili, fino a concorrenza del profitto del reato, pari all’Iva indebitamente detratta e compensata.

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