Verona, la Guardia di finanza sequestra mezzo milione di euro a due società.
Nei giorni scorsi la Guardia di finanza di Verona ha eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un valore complessivo di circa 500 mila euro. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura nei confronti di due società operanti nel settore dei servizi logistici di distribuzione delle merci e del relativo rappresentante legale, sottoposto a indagini per il reato di indebita compensazione di debiti tributari mediante crediti di imposta inesistenti.
Nel mirino della Fiamme gialle il corretto utilizzo dei crediti d’imposta concessi dallo Stato a fronte dello svolgimento di attività di “ricerca e sviluppo”. Tali crediti vengono riconosciuti alle imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo per favorire nuove conoscenze nel proprio ambito operativo o accrescere quelle già esistenti, anche mediante la sperimentazione di nuove linee di produzione o la modifica delle caratteristiche tecniche e funzionali di un prodotto. L’accesso a tale beneficio è subordinato alla redazione di una relazione tecnica illustrativa delle finalità progettuali, redatta da un responsabile aziendale appositamente nominato, controfirmata dal rappresentante legale della società e sottoposta a certificazione di un revisore legale.
Nello specifico, le Fiamme gialle veronesi hanno rilevato che le società beneficiarie avevano indicato nelle relazioni tecniche certificate un progetto di innovazione relativo a corsi di aggiornamento e formazione del personale assunto, in realtà mai svolti.
Dichiarazioni “completamente fittizie”.
Il progetto di “ricerca e sviluppo” delle due società, oltre a risultare carente dei requisiti di “novità” e “creatività” richiesti dalla specifica normativa, è stato quindi certificato sulla base di documentazione e dichiarazioni completamente fittizie. Peraltro i relativi bilanci non risultano mai presentati, i relativi quadri delle dichiarazioni dei redditi mai compilati e le attività di formazione mai svolte.
Al termine dell’attività d’indagine, il rappresentante legale è stato pertanto deferito alla locale Procura della Repubblica per aver compensato e, dunque, “abbattuto” i debiti tributari e contributivi delle società mediante l’utilizzo di crediti inesistenti per un importo complessivo di circa 500 mila euro con conseguente omesso versamento delle imposte per tale ammontare.
L’Autorità Giudiziaria ha, quindi, emesso un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle possidenze finanziarie, immobiliari e mobiliari delle società coinvolte nonché, in misura equivalente, del patrimonio del relativo amministratore per un importo pari al profitto del reato.