Verona, anche Amia coinvolta nell’indagine della Guardia di finanza su presunti appalti truccati nel settore rifiuti: due gli indagati.
Il direttore di Amia Ennio Cozzolotto e uno dei suoi collaboratori risultano coinvolti nella maxi inchiesta della Finanza di Reggio Emilia. Le indagini riguardano presunte irregolarità nell’affidamento diretto di commesse pubbliche in via esclusiva a un’azienda reggiana, operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Il cui socio unico e presidente del Cda è un imprenditore reggiano (destinatario della misura degli arresti domiciliari).
Si tratta di quella che è stata chiamata “Operazione Leonida”: escort, regali e champagne in cambio di appalti truccati è l’ipotesi accusatoria. Le indagini hanno portato a 5 misure cautelari (una agli arresti domiciliari e quattro misure interdittive), di cui tre pubblici ufficiali. Le commesse pubbliche affidate in via diretta all’azienda reggiana sono state individuate nell’alveo dei servizi richiesti da alcune municipalizzate operanti in Toscana, Veneto e Lombardia, e per tali condotte sono indagate 10 persone.
Secondo la ricostruzione della Finanza, Cozzolotto e il suo collaboratore, in concorso tra loro, avrebbero favorito illecitamente la società Ecologia soluzione ambiente Spa di Reggio, turbando il procedimento amministrativo. Gli uffici dei due sono stati perquisiti, così come le loro abitazioni. Nel mirino della Fiamme gialle, in particolare, un bando che sarebbe stato aggiudicato in modo “diretto” assegnando un appalto con base d’asta di 180mila euro.
Escort e regali.
Secondo la Guardia di finanza, l’imprenditore reggiano sarebbe stato solito servirsi di diverse forme corruttive, quali dazioni di denaro, costanti regalie oltre i normali usi, ospitalità presso hotel o ville di proprietà, pagamento di ricevimenti a favore di pubblici ufficiali, organizzazione di cene con la presenza di avvenenti escort, biglietti di partite di calcio, dazione di buoni benzina, prestazioni di lavoro retribuite al di fuori dell’impiego pubblico.
All’imprenditore è stato quindi attribuito anche l’illecito di sfruttamento della prostituzione per aver utilizzato alcune escort come mezzo corruttivo.