Il duplice omicidio di Verona.
Ha telefonato alla Guardia di finanza, Osvaldo Turazza, e ha confessato di aver ucciso i propri genitori, papà Giampaolo e mamma Vilma Vezzaro, nel loro appartamento di Borgo Roma a Verona. Una telefonata fatta nel pomeriggio del 25 aprile, quando le Fiamme gialle e la polizia di Verona sono intervenuti in via Aquileia 22. Ipotesi di reato da far gelare il sangue: omicidio in famiglia.
La confessione.
Mancano pochi minuti alle 17 di ieri, 25 aprile, quando Osvaldo Turazza, 55 anni, veronese, con precedenti per reati contro la persona e stupefacenti, contatta telefonicamente il numero 117, quello della Guardia di finanza, riferendo, in evidente stato di agitazione, di aver compiuto, la sera precedente, l’omicidio dei genitori.
Nel corso della telefonata l’uomo riferisce di aver vagato tutta la notte per la città e di trovarsi in quel momento in via Don Nicola Mazza, proprio nei pressi della sede delle Fiamme Gialle scaligere. Viene quindi subito raggiunto da una pattuglia della Sezione Operativa Pronto Impiego della Guardia di Finanza. Insieme si dirigono all’abitazione dei genitori. E’ il 55enne ad aprire la porta e a consentire così ai militari di verificare l’effettiva presenza di due corpi esanimi in un mare di sangue.
I finanzieri avvertono immediatamente il Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica, e richiedono l’intervento della polizia scientifica della Questura di Verona per i necessari rilievi tecnici. Il personale specializzato della polizia scientifica, alla presenza del predetto magistrato di turno e del Capo della Squadra Mobile, effettuano quindi i rilievi necessari all’acquisizione degli elementi probatori indispensabili agli sviluppi processuali.
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Le successive indagini e l’interrogatorio.
Seguono ulteriori indagini per consolidare gli indizi di colpevolezza anche attraverso l’interrogatorio dell’uomo ad opera del pm, in seguito al quale l’indagato viene sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario aggravato dalla contestualizzazione domestica.
Le ipotesi al vaglio degli investigatori circa il movente dell’omicidio si muovono nel contesto dell’uso e maneggio degli stupefacenti con mirate indagini che si appuntano in particolare sulle ricostruzioni degli ultimi minuti di vita delle vittime. La persona sottoposta a fermo, infatti, figlio unico della coppia, da tempo non viveva più con i genitori pur mantenendo con loro rapporti per soddisfare le proprie esigenze quotidiane. Nelle prossime ore è prevista l’udienza di convalida.