Cocaina a domicilio, porta a porta: in carcere intera famiglia di spacciatori

Consegnavano la cocaina per Verona a domicilio, porta a porta, e nascondevano la droga nella cantina del vicino: 5 in carcere per spaccio.

La droga a domicilio, porta a porta: i carabinieri di Verona hanno smantellato una banda di spacciatori che usava una cantina come “deposito”. In particolare le indagini si sono concentrate tra via Prà Molin e via Goito: a capo della banda un giovane su cui l’attenzione degli inquirenti si era concentrata a seguito dell’incendio della sua auto. La droga veniva nascosta nei luoghi più impensati: passaruote di auto parcheggiate per strada, fessure dei muri, grondaie, targhette in ottone sulle facciate dei palazzi e nello scantinato di una coppia ignara dei fatti.

La sera del 20 novembre scorso i carabinieri di Verona hanno così dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque cittadini marocchini di età compresa fra i 22 anni e i 43 anni (quattro uomini ed una donna tra loro imparentati, cui tre irregolari sul territorio italiano), con l’accusa di detenzione di ingenti quantità di stupefacente, in concorso tra loro, ai fini di “spaccio”.

Le indagini, avviate nei primi mesi di quest’anno, all’inizio si sono concentrate su un 43enne, cittadino marocchino sospettato di essere al centro di un vasto traffico di stupefacenti, poi esteso a sua moglie, al figlio di lei e agli altri due connazionali. La prima attività informativa, svolta anche utilizzando telecamere nascoste nelle aree di spaccio, permetteva di documentare innumerevoli episodi di cessioni al dettaglio ma anche il possesso, da parte degli indagati, di importanti quantitativi di cocaina e hashish.

La cantina degli ignari vicini come deposito della droga.

Una decisiva svolta nell’investigazione si aveva quando, a marzo 2024, l’autovettura del principale indagato prendeva fuoco, danneggiando anche la porta dell’abitazione dei suoi vicini. Il capo della banda faceva di tale intoppo un’opportunità. Si offriva infatti di pagare un fabbro per riparare la porta, ma senza scrupoli tratteneva per sé una copia delle chiavi che utilizzava per accedere ai locali. A insaputa dei proprietari, sfruttava quindi la cantina dell’abitazione come magazzino per la droga. È infatti qui che, in occasione di una perquisizione di maggio scorso, i carabinieri hanno trovato oltre 650 grammi di cocaina. La successiva perquisizione permetteva poi di recuperare quasi 4400 euro in contanti nascosti in una scarpa dell’arrestato (che tra l’altro era in quel momento affidato ai servizi sociali in espiazione di una precedente condanna sempre per spaccio).

Le successive indagini permettevano poi di chiudere il cerchio sugli altri soggetti coinvolti, che effettuavano consegne e ritiro di denaro, anche a domicilio, per conto del capo della banda. L’attività ha permesso di documentare oltre 400 cessioni di cocaina al dettaglio, sequestrando, nel corso delle indagini, circa 800 grammi di cocaina di elevata purezza.

Gli assuntori identificati saranno segnalati alla Prefettura competente per le previste sanzioni amministrative. Tutti gli arrestati sono attualmente in carcere a Montorio.

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