Medici di base: “A Verona e in Veneto previsti 462 pensionamenti, ma i corsi di formazione diplomeranno 589 nuovi dottori”.
Persiste la carenza di medici di base a Verona e in Veneto, ma la situazione “non è drammatica come da alcune parti la si vuole descrivere”. Lo ha detto l’assessore alla sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, che ha fatto il punto sullo stato della medicina territoriale: “Non abbiamo mai nascosto che esiste una situazione di emergenza per quanto riguarda i medici di base, ma è un problema che attanaglia tutta Italia e che si è acuito dopo la fase calda del Covid. Come Regione stiamo mettendo in campo tutte le contromisure possibili e anche tutte le regioni italiane, con una lettera del presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga al Ministro Schillaci”.
“A livello nazionale vanno trovate risposte a una professione che non è evidentemente più appetibile come un tempo lavorando sui carichi di lavoro, sugli aspetti incentivanti, sulla burocrazia che grava sugli mmg, sulla qualità della vita. Detto questo, in Veneto la situazione è di emergenza, ma non drammatica come da alcune parti la si vuole descrivere. Oggi abbiamo in attività 2.766 medici di medicina generale. Dal 2023 al 2025 sono previsti 462 pensionamenti, ma nello stesso periodo i corsi di formazione triennali in atto diplomeranno 589 nuovi medici. Bisogna anche spiegarsi bene su cosa si intende per zone carenti, che non necessariamente corrispondono in toto in cittadini senza assistenza, anzi”.
“Le zone carenti in Veneto si ridurranno grazie ai nuovi bandi”.
L’ultimo corso di formazione specifica in medicina generale 2022-2025 utilizza anche i fondi provenienti dal Pnrr, che producono 66 borse, da aggiungere alle 160 di finanziamento ordinario regionale per il primo anno. Altre verranno finanziate non appena definito il riparto nazionale derivante dal cosiddetto “decreto Calabria”. L’assessore ha precisato che in questo momento le zone carenti in Veneto sono 586, che però si ridurranno a 346 grazie al bando rivolto ai medici per la loro copertura, che si chiude il 15 dicembre prossimo, che ha già ricevuto 250 domande.
“Per zona carente”, ha spiegato il direttore generale regionale Luciano Flor, “si intende che in un determinato ambito è venuto a mancare il medico, ma ciò non significa che tutti i cittadini di quella zona rimangano senza assistenza, anzi. Le persone in zona carente vengono assistite con varie modalità: inserendole in un medico che ha accettato di portare il suo massimale da 1.500 a 1.800, o affidandole a medici temporanei e/o sostituti”.
Circa il 70% delle persone in zona carente abbiano comunque assistenza. Per le rimanenti, l’attesa di averne uno è stimata da pochi giorni a poche settimane, durante le quali è a disposizione la guardia medica. La Lanzarin ha annunciato un Tavolo di confronto con i medici di base “nel quale ragioneremo di un modello assistenziale generale per tutto il territorio, area per area”.