Cantina del Gruppo italiano vini coinvolta in un’inchiesta per mafia

La cantina Rapitalà, che fa parte del Giv, sospettata di avere rapporti con la mafia: “Noi estranei a contesti mafiosi”.

La storica Cantina Rapitalà, una delle aziende vinicole più rinomate della Sicilia, e oggi parte del Giv, il Gruppo Italiano Vini che ha sede a Calmasino di Bardolino, sarebbe stata utilizzata dalla mafia come fonte di finanziamento. È quanto emergerebbe da un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che ha portato all’arresto di diversi esponenti del mandamento mafioso di Camporeale.

Secondo le indagini la criminalità organizzata avrebbe infiltrato la cantina, parte del Giv, inserendo dipendenti legati a Cosa Nostra e ottenendo mensilmente denaro, vino e carburante. I fondi sarebbero stati destinati anche alle spese legali di boss detenuti.

Fondata nel 1968, la Cantina Rapitalà è un’eccellenza del settore con una produzione annua di 2,6 milioni di bottiglie.

Cantina Rapitalà: “Noi estranei a contesti mafiosi”.

“In relazione all’operazione giudiziaria che ha portato all’esecuzione di misure cautelari nel comprensorio di Camporeale, Tenuta Rapitalà afferma la propria estraneità a contesti mafiosi e dichiara di essere a disposizione di investigatori e inquirenti per ogni accertamento opportuno e necessario”: queste le parole del presidente e amministratore delegato di Tenute Rapitalà Spa Laurent Bernard De La Gatinais.

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