Verona, le accuse nei confronti dei cinque poliziotti arrestati per torture.
Calci, pugni e umiliazioni inflitte a stranieri o senzatetto, persone in stato di fermo costrette a subire la violenza da parte degli agenti di polizia. Sono queste alcune delle azioni che sarebbero state perpetrate nei confronti di coloro che venivano fermati e portati negli uffici per l’identificazione. E’ quanto scrive il gip nell’ordinanza che ha portato all’arresto, nella mattinata di ieri, di un ispettore e quattro agenti della Questura di Verona.
Ai cinque arrestati (tutti ai domiciliari), oltre al reato di tortura di cui all’articolo 613 bis del Codice Penale sono stati contestati, a diverso titolo, anche i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio.
Almeno sette gli episodi incriminati. A dare il via all’inchiesta sarebbe stata un’intercettazione telefonica nell’ambito di un’altra indagine, nella quale un agente si sarebbe vantato con la fidanzata di aver “messo al suo posto” uno dei soggetti fermati dandogli due schiaffi. In uno dei casi di violenza, come riporta Ansa, due poliziotti sono accusati non solo di aver picchiato una persona sottoposta a fermo, ma anche di averla costretta a urinare nella stanza dei fermati. In seguito la stessa persona sarebbe stata poi spinta in un angolo facendola cadere a terra e utilizzandola “come uno straccio per pulire il pavimento”.
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In un altro caso, un agente avrebbe sferrato uno schiaffo così violento a uno dei fermati da farlo svenire per alcuni minuti, come descritto nell’ordinanza. “Stai zitto, altrimenti entro dentro e vedi cosa ti faccio”, risulterebbe invece essere una delle frasi rivolte dagli agenti ai fermati. In alcuni casi, oltre a percosse e a insulti razzisti e xenofobi, gli agenti avrebbero anche utilizzato lo spray al peperoncino come forma di ulteriore violenza.
Secondo il gip gli indagati avrebbero quindi compiuto “abusi, vessazioni e soprusi che hanno coinvolto quasi esclusivamente soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora o affetti da gravi dipendenze da alcol o droghe, quindi persone particolarmente vulnerabili”.
“Indagine svolta completamente all’interno”.
“Si è trattato di una indagine svolta completamente dall’interno e durata diversi mesi per accertare in modo chiaro e trasparente comportamenti non legittimi – ha detto all’Ansa il questore Roberto Massucci -. Resta la fiducia nei confronti delle donne e gli uomini della questura di Verona. Ricordo le parole di un Sovrintendente di Verona, tragicamente caduto in un conflitto a fuoco quando mi diceva che una volta messe le manette anche il peggiore criminale è una persona e come tale da rispettare sempre”.