Il bar è “covo di pregiudicati e violenti”: scattano i sigilli della polizia

Sigilli per quindici giorni al “Bar Cocoloco” di Isola Rizza, dopo i numerosi episodi di violenza e le risse.

Sigilli al “Bar Cocoloco” di Isola Rizza: nella mattinata di ieri, 23 ottobre, polizia e carabinieri di Verona hanno dato esecuzione al provvedimento di sospensione dell’autorizzazione alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande emesso dal Questore di Verona, su proposta dell’Arma dei carabinieri. L’esercizio resterà chiuso per 15 giorni.

La chiusura temporanea del “Bar Cocoloco” di Isola Rizza, a sud-est della città scaligera, si è resa necessaria al fine di interrompere l’escalation dei numerosi interventi dei militari a partire dalla scorsa estate, relativi ad episodi di liti e aggressioni in cui sono rimasti coinvolti alcuni frequentatori del locale. Ad agosto, infatti, due soggetti extracomunitari avrebbero colpito un avventore del bar con un pugno al volto, per poi aggredire i carabinieri intervenuti successivamente. Solo una settimana fa, l’ennesimo episodio di violenza: un uomo è rimasto ferito a seguito di una violenta lite con un altro connazionale.

Per gli investigatori, quindi, si tratterebbe di un “contesto di degrado e violenza, caratterizzato dalla costante presenza di avventori gravati da precedenti penali e di polizia, in particolare per reati contro la persona, contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, nonché di persone sottoposte a misure di prevenzione e misure cautelari”. In particolare, le risultanze investigative degli agenti hanno condotto a ritenere che la maggior parte dei fatti-reato commessi all’interno del locale e nelle sue adiacenze sembrino trovare origine anche nell’abuso di alcool da parte dei clienti stessi.

Alla luce di quanto emerso, il provvedimento sospensivo di 15 giorni disposto dal Questore di Verona si è reso necessario perchè “l’attività svolta dall’esercizio favorisce la perpetrazione di condotte illecite, divenendo di fatto un abituale ritrovo di persone violente e, pertanto, socialmente pericolose”.

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