Quattro persone sono state arrestate, tutte domiciliate nel campo nomadi di Forte Azzano.
Si è conclusa stamattina l’operazione della squadra Mobile avviata per scovare una banda criminale specializzata in furti su auto. Quattro persone sono state arrestate, tutte domiciliate nel campo nomadi di Forte Azzano: tre sono finite in carcere, una agli arresti domiciliari, come richiesto dal Pubblico Ministero della Procura scaligera, Valeria Ardito, al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Verona, Luciano Gorra, che ha firmato i provvedimenti.
L’attività investigativa è iniziata a seguito di una denuncia per furto presentata, lo scorso gennaio, da una signora che, nel parcheggio del centro commerciale “La Grande Mela”, mentre riponeva i sacchetti della spesa sulla propria autovettura, aveva subito il furto della propria borsetta, momentaneamente lasciata all’interno del carrello. Immediatamente dopo, con la carta di credito della derubata, gli autori del furto si erano recati a Villafranca dove, dapprima, avevano tentato di prelevare presso uno sportello bancomat e, successivamente, erano riusciti a fare rifornimento presso un distributore di benzina.
Analizzando i filmati dell’impianto di videosorveglianza del centro commerciale e quelli delle strade adiacenti, gli uomini della Sezione rapine della squadra Mobile sono riusciti a risalire all’autovettura utilizzata dagli autori del furto, intestata ad una donna residente nel campo nomadi di Forte Azzano. Le successive indagini, svolte sia con attività di osservazione e pedinamento di alcuni residenti nel campo nomadi, che mediante l’analisi dei filmati di videosorveglianza cittadini, hanno consentito di risalire ad altri episodi analoghi, avvenuti presso l’Ipermercato “Tosano” di Vago di Lavagno (21 gennaio) e il supermercato “Martinelli” di Bussolengo (25 gennaio).
Durante le indagini, inoltre, sono stati accertati ulteriori furti di borse su auto in sosta, commessi dalla banda sia in città che in provincia: nello specifico, nel mese di febbraio sono stati accertati 4 episodi di furto su auto, 3 con la tecnica del vetro rotto, commessi in Via Lussemburgo, in Via Morgagni e in Via Apollo, e un altro, in Via Torricelli, andato a segno mediante la foratura dello pneumatico del veicolo. Sempre nel mese di febbraio, il giorno 22, in Via Belgio, la banda ha alzato il tiro, commettendo una vera e propria rapina: in questo caso, la vittima (un operaio che aveva subito il furto di un attrezzo demolitore riposto nel cassone del proprio furgone) aveva reagito nel tentativo di bloccare i ladri, i quali, per fuggire, l’avevano investita, fortunatamente senza causare gravi conseguenze.
Le indagini sono state chiuse, pertanto, a marzo, mese durante il quale la squadra Mobile ha accertato altri tre episodi di furti, uno commesso a San Giovanni Lupatoto, a seguito della foratura dello pneumatico, uno a Isola della Scala e l’ultimo a Casalmaggiore, in provincia di Cremona. Dalle immagini acquisite è emerso che la banda cambiava spesso l’autovettura con la quale si muoveva per la realizzazione dei furti rientrando, però, sempre al campo nomadi di Forte Azzano; l’ulteriore attività di individuazione fotografica, eseguita dalle vittime presso la Squadra Mobile, ha consentito di risalire ai quattro soggetti arrestati questa mattina.
Si tratta di H. D. classe 1997, della compagna H. C. classe 1997, B.M. classe 1974 e H.K. classe 1996, quest’ultimo ai domiciliari, tutti con precedenti penali specifici.
Le indagini sono proseguite, mostrando un sistema ben collaudato da parte del gruppo criminale che, con cadenza pressoché giornaliera, colpiva nell’intera provincia scaligera: aree di sosta e parcheggi di supermercati sono solo alcuni degli obiettivi preferiti dal gruppo che, approfittando della distrazione degli automobilisti, saccheggiavano le auto parcheggiate e incustodite con azioni fulminee, nell’arco di pochissimi minuti, razziando tutto quello che trovavano all’interno: portafogli, borse, computer, telefoni, utensili da lavoro.
Le indagini hanno dimostrato che, in alcune occasioni, gli indagati espandevano il loro raggio d’azione nelle province limitrofe di Mantova e Cremona: gli stessi raggiungevano i loro obiettivi sempre percorrendo con scaltrezza strade secondarie e poco trafficate per evitare di incappare nei controlli delle forze dell’ordine. Ulteriori indagini sono in corso per ritrovare gli oggetti rubati che, probabilmente, venivano ricettati e illecitamente venduti tramite altri soggetti.