I carabinieri di Pastrengo hanno tratto in arresto il trentatreenne per aver fornito delle false generalità nel corso di un controllo.
Nel pomeriggio di mercoledì, 21 aprile, i carabinieri di Pastrengo hanno tratto in arresto W.I. un operaio trentatreenne di origini senegalesi domiciliato a Verona, per aver fornito delle false generalità nel corso di un controllo. Nel corso di un servizio di controllo del territorio svolto dai carabinieri di Pastrengo nei pressi della località Bionde a Pastrengo, gli uomini dell’Arma notavano il ragazzo che attirava la loro attenzione in quanto continuava a guardarsi intorno in modo sospetto, come se stesse cercando qualcuno o qualcosa. Nella circostanza i militari gli chiesero i documenti per generalizzarlo, soprattutto per togliersi il dubbio che questi non stesse facendo il “palo” ad uno suo eventuale complice intrufolatosi all’interno di qualche abitazione per derubarla.
Il ragazzo, prima di consegnare i documenti alla pattuglia, giustificava la sua presenza spiegando che aveva appena finito di lavorare presso un’azienda di Pastrengo, dove era stato a suo dire regolarmente assunto, e che stava rientrando a casa. Nell’occasione tentava di salire a bordo della sua bicicletta per allontanarsi e quindi evitare il controllo. Invitato ancora una volta a fornire i documenti, il senegalese, mostrando un comportamento intollerante, riferiva di non esserne in possesso.
I carabinieri allora, senza cedere sulla necessità di conoscere le generalità del controllato, continuavano ad incalzarlo chiedendogli materialmente di trascrivere su un foglio bianco almeno nome, cognome, luogo e data di nascita; l’uomo però dichiarava delle generalità completamente diverse rispetto a quelle emerse nel corso degli accertamenti poi eseguiti dai militari. Difatti, l’immediata verifica nella banca dati consentiva di appurare che le generalità fornite non erano state mai censite, circostanza anomala per un cittadino extracomunitario che riferiva di trovarsi in Italia regolarmente.
I militari, inoltre, hanno eseguito un ulteriore controllo presso l’azienda dove il senegalese aveva riferito di lavorare, il cui responsabile, dopo un’attenta verifica, asseriva che il nominativo fornito non era compreso nell’elenco delle persone assunte. Durante tali accertamenti, in più occasioni, i carabinieri sono dovuti intervenire affinché il ragazzo non si allontanasse dal luogo, in quanto più volte aveva tentato di salire in sella alla sua bici per andare via.
Dopo parecchie insistenze, quest’ultimo riferiva che i suoi documenti si trovavano presso il suo domicilio situato nella frazione Ponton di Sant’Ambrogio, dove i carabinieri, insieme al senegalese si sono recati poco dopo; anche in questa circostanza il ragazzo più volte tentava di evitare di consegnare i suoi documenti dimostrandosi intollerante al controllo che stava subendo. Tuttavia, dopo essere riusciti a convincerlo, i militari ricevevano finalmente i documenti dai quali appuravano le vere generalità del senegalese; sottoposto anche ad accertamenti dattiloscopici, è emerso che lo stesso aveva il permesso di soggiorno scaduto ed era ancora in fase di rinnovo, circostanza che probabilmente stava tentando di nascondere.
A quel punto, i carabinieri di Pastrengo hanno proceduto all’arresto del senegalese che, a seguito di rito direttissimo celebrato nella mattinata di ieri, veniva condannato a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, beneficiando della sospensione della pena e quindi rimesso in libertà.