Il giorno dopo il rogo al salumificio Coati di Arbizzano, aria ancora irrespirabile.
Aria ancora irrespirabile: Arbizzano questa mattina si è svegliata con ancora negli occhi le immagini del terribile rogo che ieri ha sventrato i capannoni del salumificio Coati. Un rogo devastante, che ha lasciato tracce, inevitabilmente, nell’aria, anche a ore di distanza.
“Non si respira”, questa mattina, è il commento più diffuso tra Parona, Arbizzano e dintorni. Colpa anche, in parte, delle condizioni atmosferiche, che hanno spinto verso il basso la coltre di fumo, cenere e fuliggine. E odore di bruciato. Ieri sia il comune di Negrar di Valpolicella che quello di Verona hanno firmato ordinanze per chiedere ai propri cittadini di tenere chiuse porte e finestre almeno entro un chilometro dal luogo dell’incidente, di evitare lo stazionamento nelle vicinanze delle aree interessate dall’incendio e di limitare le attività all’aperto.
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I vigili del fuoco sono ancora al lavoro, alcuni capannoni e uffici nei dintorni di via Leonardo da Vinci sono stati fatti evacuare in via precauzionale. I tecnici Arpav, dopo le prime rilevazioni, hanno per il momento escluso la presenza di “concentrazioni significative di inquinanti al suolo”. E il comune di Negrar conferma: “Le analisi dell’aria riportano, per ora, ancora valori entro i limiti di sicurezza per la salute”. Ma l’aria, ad Arbizzano, Parona e nelle vicinanze dello stabilimento Coati, rimane pesantissima. E tantissimi rispolverano le mascherine Ffp2, questa volta non contro il Covid.