Verona, appello degli artigiani per la riapertura di estetisti e parrucchieri.
Gli artigiani veneti e veronesi chiedono la riapertura dei negozi di estetista, parrucchiere e di servizi alla persona in generale. Il Sistema Confartigianato Imprese Veneto ha infatti chiesto a deputati e senatori eletti in regione di favorire la riapertura dei servizi alla persona (acconciatura, estetica, tatuaggio e piercing) con una pronta modifica al Dpcm del 2 marzo 2021 che reintegri le attività di acconciatura ed estetica, consentendone lo svolgimento nelle zone rosse ed evitando in tal modo il protrarsi della situazione di pericolo per i cittadini fruitori di tali servizi.
“Al di là dei pesanti danni economici a carico delle imprese, ben 12mila quelle artigiane in Veneto che offrono lavoro a 24.500 addetti – sottolinea Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto –, i provvedimenti hanno favorito, fin dalla prima chiusura del marzo dello scorso anno, una pericolosa e ormai ingestibile proliferazione dell’offerta irregolare, agevolata dalla disponibilità di soggetti che, a fronte dell’impennata della richiesta, continuano ad erogare abusivamente al proprio domicilio o in quello del cliente, i servizi preclusi alle imprese”.
In provincia di Verona, il comparto del Benessere conta 2.498 imprese, tra le quali 1.690 sono di Acconciatura e 808 si riferiscono all’Estetica, che rispettivamente occupano 3.362 e 1.346 addetti, per un totale di 4.708 lavoratori. “Ci sono almeno tre validi motivi per la riapertura – spiega Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Imprese Verona –. Primo, gli investimenti e le precauzioni adottati per l’adeguamento ai protocolli di sicurezza, partendo dal ‘Protocollo per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori dal possibile contagio da nuovo coronavirus’ del 14 marzo 2020, integrato il 24 aprile dello stesso anno, per garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro e per evitare la diffusione del coronavirus, garantiscono nei saloni e nei locali aziendali elevati ed efficaci livelli di prevenzione, ulteriori peraltro alle già rigide misure di sicurezza normalmente rispettate dagli operatori del settore a tutela della salute della propria clientela. Secondo, i saloni e i centri dove vengono prestate le attività di servizi alla persona non possono in alcun modo essere intesi quali luoghi di assembramento”.
“Per questi motivi – concludono Boschetto e Iraci Sareri – come sistema veneto chiediamo a chi ci rappresenta in Parlamento di intervenire per favorire una pronta modifica al Dpcm del 2 marzo 2021 che reintegri le attività di acconciatura ed estetica nell’allegato 24, consentendone lo svolgimento nelle zone rosse ed evitando in tal modo il protrarsi della situazione di pericolo per i cittadini fruitori di tali servizi”.