Animali maltrattati, condannata la donna ritenuta responsabile della gestione del “casolare degli orrori”.
Da quello che è stato definito il casolare degli orrori, pieno di animali maltrattati e in condizioni orribili, sono stati salvati 31 cani, un canarino e 9 gatti. Ed è stata comminata una condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione, oltre a 1500 euro di multa, per il reato di maltrattamento di animali, incendio doloso e diffamazione per la donna ritenuta responsabile. Oltre alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
“Lav di Verona è stata una delle prime associazioni ad essersi costituita parte civile a tutela di questi animali – ha dichiarato Lorenza Zanaboni, responsabile Lav di Verona -. Il processo è durato alcuni anni e ha visto impegnati numerosi legali. Alla Lav sono stati liquidati 3mila euro per danni non patrimoniali e 18mila euro per danni patrimoniali. Direi che possiamo ritenerci soddisfatti”.
Il casolare degli orrori a Palazzina di Sona.
Il caso risale a circa 5 anni fa: è il 16 dicembre del 2017 quando, dopo alcune segnalazioni, il Nipaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale) entra a perquisire una cascina disabitata a Palazzina di Sona. Trovano una situazione sconvolgente e sequestrano il casolare. Al suo interno una scena raccapricciante: 31 cani, un canarino e una quindicina di gatti. Arrivavano tutti dal Sud Italia, da canili o da famiglie di volontari che li avevano spediti al Nord per migliorare le loro condizioni di vita. Garantendo soldi per accudirli, totalmente ignari di quale fosse invece la situazione a Verona.
Anche le basilari norme igienico-sanitarie erano completamente assenti. “I pavimenti del casolare erano coperti di spessi strati di vomito e deiezioni – racconta Zanaboni -. Le finestre erano serrate e gli ambienti privi di luce naturale e senza aria. Gli animali si trovavano in condizioni gravissime: una cagnolina paralizzata strisciava nella sporcizia, molti cani avevano ferite da morsi”.
L’incendio dopo il sequestro.
Il Nipaf pose sotto sequestro i 31 cani, il canarino ma non tutti i gatti rinvenuti nel corso del sopralluogo, perché una parte di essi fu fatta sparire poco prima del recupero. Poiché 2 gatti dei 9 sequestrati morirono, alla donna accusata di maltrattamenti è stato contestato il maltrattamento di animali aggravato dalla morte. Non solo, ma secondo quanto ricostruito in seguito qualche giorno dopo il sequestro degli animali la donna, al fine di eliminare ogni traccia inerente lo stato dei luoghi, avrebbe anche dato fuoco alla cascina di proprietà di un soggetto anch’egli costituitosi parte civile nel processo e risarcito dal giudice per il danno subito.
Gli animali sequestrati vennero inizialmente affidati in custodia giudiziaria al sindaco di Sona, ma dopo un mese la custodia fu trasferita in capo a Lorenza Zanaboni, di Lav Verona, che si è presa cura di questi poveri animali. A seguito di un decreto del gip del tribunale di Verona tutti gli animali sequestrati sono stati messi in sicurezza attraverso la cessione definitiva alla Lav che poi ha curato l’adozione di tutti gli animali.