Lo studio della Cgia di Mestre: a Verona e provincia sarebbero più di mille le imprese a rischio mafia.
Allarme mafia a Verona e nel nord est: pochi giorni fa le parole dei procuratore di Napoli Gratteri, ora lo studio della Cgia di Mestre. Secondo uno studio della Cgia di Mestre, infatti, le mafie italiane generano un volume d’affari annuo di circa 40 miliardi di euro, pari a due punti di Pil, un dato che colloca l’economia criminale ipoteticamente al quarto posto tra le principali realtà industriali italiane. Le organizzazioni mafiose non si limitano più alle regioni tradizionalmente associate a fenomeni malavitosi: il nord est è la nuova frontiera della criminalità organizzata, registrando un aumento delle denunce per estorsione del 128,3% negli ultimi dieci anni.
La Direzione Investigativa Antimafia segnala che il fenomeno nel Nord, Verona inclusa, si manifesta sempre più attraverso metodi “soft”, come la complicità con le vittime: imposizione di assunzioni, servizi forzati o schemi fraudolenti come la fatturazione di operazioni inesistenti. Questi metodi permettono di occultare l’estorsione, mantenendo una parvenza di legalità e infiltrandosi nel tessuto economico del territorio.
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L’allarme interessa anche le imprese veronesi, in un contesto in cui il nord est registra una crescita senza precedenti delle attività mafiose. Le infiltrazioni si insinuano in settori come appalti pubblici, smaltimento rifiuti e usura, compromettendo la competitività delle aziende locali e imponendo un clima di illegalità. A Verona e provincia sarebbero 1.391, su un totale di 83.789, le imprese potenzialmente “connesse a contesti di criminalità organizzata”.