Il Veneto sale sul podio per consumo di suolo in Italia: e tra i Comuni messi peggio, Verona e San Bonifacio.
Il rapporto annuale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), presentato il 3 dicembre, conferma il Veneto tra le regioni italiane con i peggiori dati sul consumo di suolo. Nel 2023, il Veneto ha perso 609 ettari di terreno verde, posizionandosi al terzo posto in Italia dopo Emilia-Romagna (735 ettari) e Lombardia (728 ettari). E in Veneto i primi due Comuni per livelli di consumo di suolo sono Verona e San Bonifacio.
Con l’11,86% del territorio impermeabilizzato, la regione rimane seconda a livello nazionale, superata solo dalla Lombardia (12,19%). A livello nazionale il consumo di suolo si attesta invece al 7,26%. In Veneto, emerge anche un altro primato negativo: è la regione con la più alta superficie edificata per abitante (149 m² per abitante).
In 15 regioni il suolo consumato stimato al 2023 supera il 5%, con l’Abruzzo ultima regione a superare la soglia. I valori percentuali più elevati rimangono quelli della Lombardia (12,19%), del Veneto (11,86%) e della Campania (10,57%). Alle prime tre, seguono Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Liguria, con valori sopra la media nazionale e compresi tra il 7 e il 9%. La Valle d’Aosta rimane la regione con la percentuale più bassa (2,16%).
Nel corso delle rilevazioni nel periodo 2022-2023, i comuni di Uta, Ravenna e Roma hanno registrato i livelli più elevati di consumo di suolo. In particolare, Uta, situato in Sardegna nella provincia di Cagliari, risulta il comune con il maggiore incremento annuale, raggiungendo 106 ettari di suolo consumato. Ma tra i primi dieci comuni con il maggior consumo di suolo figurano anche Verona, Porto Torres, Ferrandina (provincia di Matera), ciascuno con un incremento di circa 37 ettari, seguiti da San Bonifacio e Forlì, ciascuno con 36 ettari.
“La pista da bob esempio della Veneto philosophy”.
“Anche quest’anno- afferma il consigliere regionale Renzo Masolo (Europa Verde)– il Veneto sale sul podio delle regioni che più consumano suolo, in triste primato a cui dobbiamo urgentemente rinunciare. I dati Ispra fotografano un Paese in cui, a livello nazionale, meno di un terzo della popolazione urbana può raggiungere un’area verde pubblica entro i 300 metri di distanza. Mentre il Veneto è la prima regione in Italia per incremento di consumo di suolo tra il 2022-2023″.
“Con i nostri 92mila capannoni abbandonati, strisce di cemento enormi come la SPV (la cava di ghiaia più estesa di Europa), deroghe a tavoletta che sembrano quasi incentivare il consumo ulteriore di suolo, difficilmente il primato potrebbe essere sottratto alla nostra regione. Perfino per le Olimpiadi invernali 2026, che dovevano essere l’edizione più sostenibile della storia dello sport, stiamo riuscendo a consumare suolo come se ne avessimo da regalare. La pista da bob da 130 milioni di euro di Cortina è un buon esempio della Veneto philosophy su questo fronte”.