Cresce il malcontento degli agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Montorio: due agenti intossicati in seguito ad una rivolta
Gli agenti della Polizia Penitenziaria in servizio al carcere di Montorio lanciano un grido d’allarme sulle condizioni di enorme difficoltà che stanno sperimentando da lungo tempo nel garantire sicurezza e ordine all’interno del penitenziario.
Mercoledì 26 luglio, infatti, è scoppiata una rivolta all’interno della sezione detentiva del carcere dove i detenuti si sono barricati utilizzando le lenzuola per legare i cancelli, mettendo tra le sbarre tavolini e sgabelli, richiedendo l’intervento del Magistrato di sorveglianza di Verona per ristabilire l’ordine.
Il giorno successivo invece, un maghrebino ha incendiato la sua cella causando l’intossicazione per diversi agenti che sono stati portati al pronto soccorso per i controlli del caso.
Le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria di Montorio chiedono a gran voce più tutele, garanzie legali e l’introduzione di strumenti come bodycam e taser, strumenti già ampiamente utilizzati in molti altri paesi. Le condizioni precarie in cui si trovano a lavorare causano infatti un grande malcontento, portando sempre più agenti a mettersi in malattia.
Le parole di Donato Capece, segretario generale del SAPPE:
“Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinchè le giuste proteste dei colleghi di Montorio trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Il Capo del DAP Giovanni Russo intervenga con celerità! Si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.